Basta con i resort per magistrati, con gli alloggi in località turistiche affittati a prezzi irrisori a giudici e pm. Dopo l'inchiesta del Giornale su foresterie come quelle dell'isola di Pianosa, sette euro al giorno per dormire in una perla incontaminata, parla Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri, che rivendica di avere messo una stretta ad un malvezzo che durava da troppi anni. E il patrimonio immobiliare di pregio dell'amministrazione penitenziaria, annuncia Dalmastro, sarà oggetto di un piano di privatizzazioni destinato a finanziare soprattutto la costruzione di caserme dignitose per gli agenti di polizia penitenziaria «che oggi a volte hanno a disposizione spazi minori di quelli garantiti ai detenuti, senza peraltro avere commesso alcun reato».
Le sembra accettabile che appartamenti destinati agli agenti di custodia siano invece assegnati alle vacanze dei magistrati?
«Assolutamente no, e per questo abbiamo deciso di intervenire su tutti i livelli di assegnazione, sia quelli definiti a livello centrale con il bando nazionale sia per i posti lasciati a disposizione delle direzioni locali. Alle direzioni era stata lasciata una quota per evitare che personale in servizio nell'istituto venisse negata l'assegnazione a favore di colleghi provenienti da altri istituti, gli agenti dicevano ma come, io ci sto tutto l'anno e non ci posso andare in ferie?". Per quel che mi risulta è su questa quota che in passato sono avvenute le anomalie principali, con assegnazione a personale esterno alla amministrazione penitenziaria. Già quest'anno sono certo che le anomalie siano cessate, ora si tratta di cambiare le regole. Riporteremo tutto a livello centrale con regole chiare».
Con quali principi?
«Semplicemente: i beni penitenziari sono destinati al welfare dei lavoratori della polizia penitenziaria. A livello locale non sempre è andato così in passato. Solo se le richieste della penitenziaria fossero inferiori all'offerta, si può consentire l'accesso alle strutture al resto del comparto giustizia. Ma posso garantire che se gli alloggi in eccesso verranno assegnati a magistrati, di certo non avverrà più ai prezzi che ho letto nell'inchiesta. Chi guadagna di più paga di più, è necessario immaginare un doppio binario: se sono un agente della penitenziaria pagherò X, se sono un magistrato pagherò un prezzo diverso, sempre di favore facendo parte del comparto giustizia, ma tenendo in debito conto gli emolumenti di cui godo».
Il fenomeno aveva raggiunto livelli fuori controllo.
«Non so se definirlo così, ma di certo l'indagine del Giornale non è una indagine inventata. Noi eravamo già intervenuti, la vostra inchiesta ci consente di fare ulteriori sforzi anche per il passato, per verificare esattamente come sia avvenuto che quote delle foresterie riservate alle direzioni abbiano avuto destinazioni anomale».
Quindi può garantire che d'ora in avanti la polizia penitenziaria avrà la precedenza?
«Dirò di più: gli spazi devono essere assegnati al personale della penitenziaria con un mix tra anzianità di servizio e dello stipendio disponibile, un neoassunto deve avere la possibilità avendo uno stipendio contenuto di usufruire dei beni che sono del Dap e devono restare a utilizzo dei suoi uomini».
Ma non avrebbe più senso vendere beni preziosi come Pianosa e usare i soldi per l'edilizia carceraria?
«Noi siamo impegnati in uno sforzo da 84 milioni per aumentare i padiglioni detentiva, e insieme la priorità deve essere data alle caserme dei singoli istituti. Un ragazzo che viene dal sud assegnato a Pisa a Bolzano non può pagare quattrocento euro per una stanza privata. Servono caserme degne di questo nome per ospitare i ragazzi che escono dai corsi con lo stipendio di primo ingresso. Abbiano ereditato una situazione molto critica e per farvi fronte stiamo lavorando a un piano di dismissioni. Senza arrivare a ipotesi come vendere Pianosa pensiamo di cedere immobili di pregio al privato e creare in cambio strutture moderne, non sovraffollate, magari nelle are periferiche. La Toscana, per esempio, è piena di istituti penitenziari al centro di immobili di pregio, conventi, chiostri, con una appetibilità straordinaria sul mercato, gioielli che potremmo buttare sul mercato domani.
Ma per farlo dobbiamo studiare, nel pieno rispetto del patrimonio storico architettonico del Paese, delle procedure che snelliscano la capacità di intervento del privato, che oggi è frenata da una serie di fattori e di vincoli. Se ci riusciamo, pratica facciamo bingo».
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