Adesso il Papa cancella Eva: la donna non è tentatrice

Bergoglio sotterra l'idea di tentazione e trasgressione che ha dato un motore al mondo fin dalla sua origine

Adesso il Papa cancella Eva: la donna non è tentatrice

E il Papa cancellò la donna. In piazza San Pietro, davanti a oltre 25mila persone. In barba ad Eva, al serpente, alla mela, a quel confuso di Adamo, a Roger Vadim e a Brigitte Bardot. Lo ha fatto per difendere la famiglia e la donna, appunto. Che «non è tentatrice e non ispira il male» e, anzi, «è una benedizione di Dio contro il male» e proprio per questo «serve una nuova alleanza uomo-donna». Tutto legittimo, fin banale, ecclesiasticamente inappuntabile, teologicamente scontato. Ma socialmente deleterio, temiamo. Difendendo Eva, Papa Bergoglio sotterra Eva e l'idea di tentazione e trasgressione che ha dato un motore al mondo fin dalla sua origine.

Non siamo affatto certi che addomesticare, ripulire dal mistero, rivedere l'immagine della donna sia un buon modo per conservare l'unione tra i due sessi e, di conseguenza, della società tutta. Bergoglio «sdogana» la prima femmina della terra, la ripulisce della sua dose di demonio e la «tira giù» alla stessa altezza dell'uomo, compiendo, involontariamente, una doppia ingiustizia. «Lavoriamo tutti per allontanare ogni forma che possa ridicolizzare il matrimonio, ogni forma di ingiustizia e di disuguaglianza, in particolare nei confronti della donna; operiamo per stabilire una nuova alleanza tra l'uomo e la donna che si basi sul rispetto, sull'uguaglianza, sull'amore» dice, non facendo un favore proprio a nessuno. Riduce il peccato originale a un luogo comune, toglie all'uomo la donna e alla donna la donna. Peggio, le toglie Eva: che è quella che da sempre le ricorda di esserlo. Eccome. Francesco la rende (solo) una moglie per bene, una compagna ospitale, una madre amorevole, perfino un'affidabile collega degna della stessa paga di un maschio: «perché si dà per scontato che le donne debbano guadagnare di meno degli uomini?» ha tuonato perfino. Vendicando stuoli di vetero femministe ma scardinando secoli di complicatissimi equilibri nell'improbabile rapporto tra i due sessi. Perché certe dosi le ha messe Dio e di sicuro non le ha messe a caso.

L'uscita di Francesco è politicamente corretta, ma psicologicamente ingenua, per non dire pericolosa. Non siamo affatto certe che le donne vogliano essere spogliate della loro capacità di tentatrici, né che vogliano essere equiparate agli uomini: perché la richiesta di uguaglianza è sempre una speculazione al ribasso.

Francesco dovrebbe lasciare al mondo la quota di peccato che gli è servita ad iniziare. Con buona pace di Eva, del serpente, della mela, di quel confuso di Adamo, di Roger Vadim e di Brigitte Bardot. Tutto lì, fermo come all'inizio. Se non altro non potremo più dire che Bergoglio è un rivoluzionario.

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