Adesso la Valle d'Aosta sceglie di blindarsi. "Seconde case, stop per chi viene da fuori"

Casi in aumento, la Regione smentisce il governo e scongiura l'"invasione"

Adesso la Valle d'Aosta sceglie di blindarsi. "Seconde case, stop per chi viene da fuori"

Nel giorno in cui quasi tre quarti dell'Italia entra in zona rossa e tutta la penisola si appresta a vivere la seconda Pasqua «distanziata», scoppia il caso della Valle d'Aosta. La più piccola regione italiana tra le poche rimaste in zona arancione (il giallo come si sa è stato temporaneamente cancellato e la sola Sardegna resta in bianco) dice no agli spostamenti nelle seconde case sul proprio territorio.

Il diktat compare in un'ordinanza del presidente della regione autonoma firmata sabato scorso. «Fatti salvi - vi si legge - i casi di comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, ovvero per motivi di salute, a coloro che non risiedono nel territorio della Regione non sono consentiti gli spostamenti in entrata in detto territorio per recarsi presso le proprie abitazioni diverse da quella principale (cosiddette seconde case)». L'ordinanza è stata varata dunque in contemporanea al nuovo decreto varato dal governo, e con il quale il governo stesso - nelle faq di delucidazione contenute nel sito di Palazzo Chigi - ha dato invece via libera al movimento per le seconde case, anche da e per una regione in zona rossa. Secondo il decreto entrato in vigore il 6 marzo e che sarà in vigore fino al prossimo 6 aprile (ovvero il martedì dopo Pasqua), anche in zona rossa è possibile per un nucleo familiare raggiungere la seconda casa, anche in un'altra regione (da e verso qualsiasi zona: bianca, gialla, arancione, rossa), purché non vi si trovino altre persone di un altro nucleo familiare. L'unica condizione posta dal governo è che per potersi spostare occorre poter comprovare di avere effettivamente avuto titolo per recarsi nello stesso immobile prima del 14 gennaio 2021 (sono escluse quindi le locazioni brevi non soggette a registrazione).

Insomma, la valle d'Aosta ha deciso di chiudere le frontiere dalla possibile invasione che potrebbe verificarsi nella settimana di Pasqua da parte dei tanti milanesi (ma non solo) che hanno casa a Cormayeur e nel resto della regione. Una precauzione che vuole mettere al riparo la regione da un possibile innalzamento dei contagi. La Valle d'Aosta fino a qualche settimana fa era una delle regioni più virtuose d'Italia in termini di contagi da Covid-19. Nella settimana dal 29 gennaio al 4 febbraio i contagi totali sono stati 54, pari a 43,19 ogni 100mila abitanti. Il minimo è stato toccato il 25 febbraio, con 51 contagi in sette giorni (40,79 ogni 100mila abitanti). In quei giorni si parlava della possibilità che la Valle d'Aosta fosse la prima regione italiana promossa in zona bianca.

Poi un lieve ma costante aumento dei contagi che ieri sono stati 34 e hanno toccato negli ultimi sette giorni quota 184, ovvero 147,16 ogni 100mila abitanti. In pratica in diciassette giorni la piccola regione ha visto quasi quadruplicare il dato. Meglio quindi essere prudenti.

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