Serve una legge che regoli l'adozione per coppie dello stesso sesso, ha detto il primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, nella relazione con la quale ha aperto l'anno giudiziario a piazza Cavour. Dopo aver ricordato le sentenze di cui di recente si è occupata la Cassazione sul tema della stepchild adoption, Canzio ha osservato che "la Corte non può e non intende sottrarsi al dovere di apprestare tutela ai diritti fondamentali della persona". Ma ha poi precisato che "demandare in via esclusiva alla giurisprudenza la soluzione di questione che involgono scelte impegnative dal punto di vista etico-sociale non è la via preferibile, mentre sarebbe da privilegiare il percorso ermeneutico disegnato sulla base di una chiara ed esplicita volontà legislativa".
Le parole di Canzio non sono piaciute alla deputata Elena Centemero (Forza Italia), presidente della Commissione Equality and Non discrimination del Consiglio d'Europa: "Pur nel rispetto del primo presidente della Cassazione, non posso che dissentire dall'invito a legiferare sulla stepchild adoption che è inevitabilmente legata alla pratica della maternità surrogata".
"Il Consiglio d'Europa - prosegue l'esponente di Forza Italia - si è più volte espresso contro la surrogazione, considerata gravemente lesiva dei diritti dei minori e delle donne, il cui corpo non può essere oggetto di mercificazione per la soddisfazione del desiderio altrui di genitorialità a tutti i costi. Senza dimenticare il recente pronunciamento della Corte europea dei diritti umani che ha di fatto aperto la strada alla possibilità dello Stato di limitare in maniera concreta il ricorso alla maternità surrogata, pratica che va messa al bando a livello internazionale".
Apprezzamento alle parole di canzio, invece, arriva dal senatore Sergio Lo Giudice (Pd), componente della Commissione Giustizia: "Parole significative ai diritti negati dei bambini che crescono in famiglie
omogenitoriali, ribadendo il dovere della Suprema Corte di tutelare l'interesse supremo del minore ed esortando il parlamento a riempire un vuoto normativo la cui gestione non può più essere delegata ai giudici".
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