"Aerei abbattuti nei cieli russi dai Patriot Nato"

La denuncia per un'operazione a Bryansk. Lo Zar: "Per l'Occidente Kiev è l'anti Russia"

"Aerei abbattuti nei cieli russi dai Patriot Nato"
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C'è un detto che recita: «Ci fai o ci sei?». Il dubbio con Vladimir Putin è lecito: ci fa o c'è? Perché qualche volta sembra davvero credere a quello che dice. Come ieri quando in collegamento video con il vertice dello Sco, l'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai che raduna otto Paesi impegnati nel contrastare l'influenza dell'Occidente nell'Asia Centrale e al quale ha partecipato anche il presidente della Cina Xi Jinping, lo Zar ha parlato di «una guerra ibrida in corso contro la Russia, che continua a resistere con fiducia alle pressioni esterne e alle sanzioni. La Nato vede Kiev come l'anti russa». Per il capo del Cremlino è stata la prima apparizione a un evento internazionale dopo l'ammutinamento e la messinscena della marcia su Mosca del gruppo di mercenari Wagner. Un evento a cui il presidente russo ha fatto riferimento garantendo che «il popolo russo è più unito che mai. I circoli politici russi e l'intera società hanno dimostrato chiaramente l'unità e la grande responsabilità per il futuro della nostra patria, restando uniti contro un tentativo di ammutinamento armato».

Ieri hanno parlato anche le armi. Il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin ha confermato con un messaggio su Telegram l'attacco di droni ucraini sulla capitale russa e la conseguente interruzione temporanea delle operazioni di volo all'aeroporto di Vnukovo. «Non ci sono vittime, i servizi di emergenza stanno lavorando», ha detto Sobyanin. La Russia ha chiamato in causa pesantemente l'Occidente. Gli attacchi come quello di ieri «non sarebbero possibili senza l'aiuto degli Stati Uniti e dei loro alleati della Nato al regime di Kiev», ha scritto in un comunicato il ministero degli Esteri russo. Per Mosca gli Usa e gli altri Paesi dell'Alleanza forniscono droni all'Ucraina, «addestrano gli operatori di droni e forniscono informazioni d'intelligence necessarie a commettere tali crimini, ottenute anche con l'impiego di satelliti civili e militari». Come sempre Kiev non smentisce né conferma, anche se il commento del portavoce dell'intelligence militare, Andrei Yusov, non lascia adito a dubbi di interpretazione: «Qualcosa può colpire Mosca, può succedere». Il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andry Yermak in un sintetico post su Telegram, si è anche vantato del fatto che l'esercito di Kiev sta riportando successi a Bakhmut. «Bakhmut: il nostro esercito sta facendo un ottimo lavoro lì. I russi stanno perdendo», ha scritto. Per il capo delle forze armate britanniche, Tony Radakin, afferma che «la piena controffensiva ucraina ancora non è cominciata. Le forze di Kiev sono ora impegnate a rompere le difese russe. E comunque nelle ultime settimane l'Ucraina ha conquistato più terreno di quanto abbia fatto la Russia nell'ultimo anno». Nella controffensiva però Kiev dovrà fare a meno degli aerei da combattimento. Lo ha detto ieri Rob Baeur, presidente del comitato militare della Nato: «Addestrare piloti, tecnici, fare la logistica non sarà possibile durante la controffensiva». E a proposto della Nato, è stato concordato di estendere il mandato del Segretario Generale Jens Stoltenberg di un ulteriore anno, fino al 1° ottobre 2024. La decisione sarà approvata dai capi di Stato e di Governo al vertice di Vilnius. Ieri si è venuto a sapere che i velivoli russi distrutti il 13 maggio nella regione russa di Bryansk sarebbero stati abbattuti con i sistemi occidentali Patriot. A rivelarlo sarebbe stata la stessa Aeronautica militare ucraina.

La risposta russa è

stata affidata a un bombardamento pesante di Kherson. Due civili sono stati uccisi. Sotto attacco anche la regione di Kharkiv. Presa di mira la località di Pervomaisky, dove 43 persone sono rimaste ferite, tra cui 12 bambini.

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