Ci fu un tempo in cui tutti i buonisti, gli ultrà dell'accoglienza e i pasdaran dell'immigrazione facevano la fila per farsi fotografare insiema a Mimmo Lucano. Era il tempo in cui il suo sistema, il famigerato "modello Riace", era sulla bocca di tutti, in Italia e all'estero, tanto da farlo far finire l'ex sindaco nella lista delle 50 persone più influenti al mondo stilata dalla rivista statunitense Fortune. Ci fu un tempo in cui persino papa Francesco si scomodava a scrivergli per esprimere "ammirazione e gratitudine per il suo operato intelligente e coraggioso a favore dei nostri fratelli e sorelle rifugiati". Allora nessuno osava criticarlo. Chi lo faceva veniva immancabilmente bollato come xenofobo. In quei tempi, venivano addirittura girati documentari e fiction sulla sua vita. Persino il regista Wim Wenders, già palma d'oro a Cannes nel 1984 con Paris, Texas, aveva imbracciato la telecamera per raccontare le gesta di Lucano. Poi, però, sono venuti l'inchiesta della procura di Locri e, il 2 ottobre del 2018, l'arresto. Oggi, con la condanna in primo grado, una pietra tombale dovrebbe mettere a tacere anni di sproloqui progressisti a favore del "modello Riace". Purtroppo, però, difficilmente si leveranno mea culpa da chi ha contribuito a creare il falso mito di Lucano.
Era lui ad ammetterlo: "Io sono un fuorilegge... proprio per disattendere queste leggi balorde vado contro la legge...". Lucano non nascondeva la propria allergia nei confronti di quelle leggi che regolano i flussi migratori nel nostro Paese. Ai suoi diceva: "La legge presenta tantissime lacune e tante interpretazioni... uno può cercare quelle più restrittive se la sua indole... e può cercare quelle più elastiche. Se non sei d’accordo con quella legge - continuava - c’è un livello di interpretazione". Questa mattina gli è arrivata addosso come un treno la sentenza in primo grado che lo condanna a 13 anni e due mesi di carcere. Certo, ora potrà ricorrere in Appello e la giustizia farà il proprio corso ma le parole dei giudici smontano definitivamente il sistema che per anni è stato osannato e portato in palmo di mano da tutta la sinistra. "A Riace comandava Lucano - ha spiegato durante la requisitoria il pm Michele Permunian - era lui il dominus assoluto, la vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace era creare determinati sistemi clientelari". Secondo l'accusa, che ha fatto leva sulle intercettazioni accumulate durante le indagini, l'ex sindaco si muoveva solo "per un tornaconto politico-elettorale". Altro che accoglienza. "Contava voti e persone - ha spiegato il pubblico ministero di Locri - chi non garantiva sostegno veniva allontanato".
Davanti a una sentenza di tale portata la sinistra si riscopre garantista. "A me tredici anni sembrano una cosa abnorme", scrive su Twitter il deputato Pd Matteo Orfini. Sono tutti increduli. Il re di Riace è nudo, ma i talebani dell'accoglienza non sanno darsi pace. L'impianto del (finto) buonismo progressista si sgretola e, sebbene adesso tutte le lodi tessute in onore di Lucano risuonino stonate, nessuno di loro avrà coraggio di ammettere il proprio errore. Per esempio: il sindaco Dario Nardella si riprenderà indietro il premio "Una vita per la pace" che gli conferì nel 2018? E ancora: chi pagherà per la fiction girata in Rai? "Ora - tuona Maurizio Gasparri - si dovrebbero cacciare da viale Mazzini tutti quelli che l'hanno realizzata prima ancora di conoscere l'epilogo delle vicende giudiziarie". Quando era finito in carcere, la sinistra gli si era stretta attorno, certa che un giudice avrebbe decretato l'innocenza di Lucano. Nemmeno le sardine avevano avuto la pazienza di aspettare la sentenza e avevano marciato su Riace intonando lo slogan "Accogliamoli tutti!". Uno slogan che da sempre piace a tutta quanta la sinistra che del terzomondismo ha fatto la propria Bandiera. Da Laura Boldrini a Nicola Zingaretti, passando per Luigi De Magistris e Susanna Camusso, l'hashtag #iostoconmimmo era diventato col tempo la clava con cui combattere Salvini che chiedeva rigore contro l'immigrazione clandestina. Roberto Saviano aveva addirittura scritto che l'Italia si stava trasformando in uno "Stato autoritario", mentre il sindaco di Milano Beppe Sala aveva detto che nella sua posizione avrebbe fatto la stessa cosa.
Se fosse intellettualmente
onesta, oggi la sinistra ammetterebbe che a Riace qualcosa è andato storto e che è stato prematuro e soprattutto sbagliato santificare Lucano. Non accadrà. Farlo significherebbe ammettere che Salvini & Co. avevano ragione.
Mimmo Lucano è un delinquente, condannato da un tribunale della Repubblica Italiana, chi ha a cuore il rispetto delle leggi dovrebbe solo tacere e non richiamare partigianerie. Non è certo un Tommaso Campanella, ma un individuo che ha cercato di coprire i propri reati, accertati e censurati con sentenza, approfittando della campagna a favore dell' immigrazione, incentivata da Renzi ("venite in Italia") e da parlamentari PD con inginocchiamenti vari.
fossero solo schede! si tratta di sfruttamento per sostenere il sistema delle cooperative che andrà al collasso in pochi anni in assenza di manodopera. Se si leggono le cronache si capisce che gli arresti per capolarato avvengono in emilia e riguardano extracomunitari assunti per raccogliere"cucumer". Dopo le campagne mediate contro la raccolta di pomodori e frutta fra Calabria e Campania, adesso abbiamo nei supermercati kiwi a 6 €, come negli anni 80 quando venivano importati dalla Nuova Zelanda, frutta che marcisce sugli alberi, attività abbandonate, ma cucumer a pochi centesimi e "cucumer" che ragionano di immigrazione.
ndrangheta non c' entra con il delinquente appena condannato, occorrebbe leggere di più i resoconti di Gratteri, piuttosto che le cacchiate che scrive Saviano dal suo appartamento.
Comunque non essere ndranghestista in Calabria, non è discrimine per un condannato per attività delinquenziale, che ha comunque caratteri di associazione a delinquere.
13 anni e 8 mesi, a fronte degli 8 anni chiesti dall'accusa. Il Giudice di certo non è accusabile di aver avuto simpatie politiche per Lucano, anzi i suoi difensori lo accusano di averne probabilmente di opposte, ma quì personalmente cascano in contraddizione come spesso accade a chi vuol far politica.
La stessa contraddizione che anima coloro che in queste stesse ore invocano la giustizia ad orologeria per il caso morisi. Insomma nulla di nuovo, guelfi e ghibellini garantiscono il sonno della ragione.
condannare un delinquente non è un boomerang, è far rispettare la legge. Il resto è dietrologia da quattro soldi. In Calabria stanno litigando fra loro anche i candidati PD, per anni hanno commissariato i comuni che si coloravano costantemente di "rosso/giallo/verde/azzurro". Del resto alla ndrangheta non frega un bel nulla del colore politico (lo disse la Bocassini in conferenza),vuole il "controllo del territorio", sia inteso come attività delinquenziali, sia come controllo dei posti chiave con i propri adepti o contigui, i "contrasti onorati".
non sono un ragazzo, per il resto solo banalità, problema suo, non mio.
parole sante, ma è in buona compagnia e non soffrirà mai di solitudine.
sì, apriamo un #iostoconilcondannato, intanto fra cinque anni lo aspettano sotto casa i carabinieri e lo portano a soggiornare nelle patrie galere. Due anni se li è fatti ai domiciliari, uno sconto di 45 gg ogni sei mesi di detenzione, quindi dopo otto anni, gli restano da scontare due anni ai domiciliari. Tuttavia vi è anche l'istituto della liberazione anticipata (75 gg scontati ogni sei mesi trascorsi in carcere, dopo otto anni è libero), i permessi di lavoro e le visite dei parlamentari, almeno finché gli farà comodo, per non farlo sentire solo, per non farlo parlare a "sproposito", perché da solo non poteva far nulla di quello che ha fatto!!
Togliatti, che non accetto' il suggerimento del suo segretario di premere su Stalin x aiutare i prigionieri italiani che facevano la fame nelle prigioni russe, disse: "ono dei fascisti". Questo "galantuomo" divenne Ministro della Giustizia nel dopoguerra, guarda cosa sono i giudici politicizzati e capisci molte cose.
il minimo della pena peri reati commessi era di otto anni, quelli chiesti dall' Avv. Pisapia, che probabilmente ha perorato gratis, tanto è ricco di famiglia, beato proletariato.
Con otto anni, due scontati ai domiciliari, gliene restavano sei, con buona condotta uno sconto di 45 gg a semestre, dopo tre anni gli sarebbero restati circa due anni e mezzo,quindi i domiciliari o l' affido ai servizi sociali. Ci è andato vicino, forse ci speravano, dovranno attendere altri cinque anni, fra appelli e cassazione. Ma guardate che ha fatto reato di concussione, deve restituire 500 mila euro di fondi europei. Bonafede e il M5S adesso tacciono, la prescrizione? il raddoppio delle pene per i dipendenti pubblici? Ancora qualche commentatore fa apologia e qualcuno comincia ad usare la parola delinquente, che per un condannato ci sta.
Draghi non ha fatto assolutamente NIENTE , nel colpevole silenzio dei collaborazionisti del c.d. centrodestra .
Ogni giorno ne arrestano 6/7 gli ultimi ieri uno in sardegna con chili di cocaina l' altro al nord per tangenti
Ha delle certezze granitiche che a noi sfuggono......