Uno degli ultimi totem del Movimento 5 Stelle si prepara a cadere, anche se in realtà il fronte dei duri e puri potrebbe avere la meglio sugli "aperturisti". Il tema del doppio mandato continua ad agitare gli animi all'interno del gruppo pentastellato, praticamente spaccato sulla decisione da prendere in merito. Da una parte c'è chi non vuole compiere l'ennesima piroetta e spinge dunque per mantenere il tetto; dall'altra c'è chi vorrebbe promuovere un'altra rivoluzione etica e sogna una deroga. Per Giuseppe Conte si tratta di una delle tante spine che dovrà togliere nel travagliato percorso alla guida di un movimento in continuo conflitto e crisi interna.
Conte sotto assedio
I ritardi del progetto di rifondazione elaborato dall'ex presidente del Consiglio hanno già fatto spazientire più di qualche grillino, che di certo non perde occasione per manifestare malumori e irritazioni per il momento che sta attraversando il M5S. La tensione nei gruppi parlamentari resta altissima: si attende che il leader in pectore dei 5 Stelle prenda una posizione chiara in merito senza lasciare margini di equivoci. "Subito dopo l'approvazione dello Statuto lavoreremo per riformulare, per quanto necessario, codice etico e vari regolamenti. Affronteremo questo tema", si è limitato a dire l'ex premier ieri a Dimartedì su La7.
La tattica della melina ha però fatto sbottare di nuovo la fronda intransigente del Movimento. Fonti parlamentari della "nuova guardia", riferisce l'Adnkronos, sottolineano con insistenza quanto a loro giudizio sia fondamentale tenere la barra dritta sull'inderogabilità di alcuni principi: "Il ricambio generazionale e il divieto di concertazione di potere sono valori non rinviabili ad un codice etico post statuto, l'etica non sia in secondo piano".
Caos nel M5S
I tempi dovrebbero essere i seguenti: far passare attraverso un voto online il nuovo Stato e la nuova Carta dei valori, per poi far esprime gli iscritti sulla leadership di Conte nel Movimento 5 Stelle. Francesco Berti, deputato alla prima legislatura, non vuole perdere altre settimane: "Il tema del doppio mandato va affrontato in tempo utile per le prossime elezioni". Ma secondo l'esponente grillino, la priorità è rappresentata dalla riorganizzazione sui territori: "Il vero tema è come valorizzare le competenze interne del M5S indipendentemente dal secondo o terzo mandato".
Nel M5S è infiammato il dibattito dopo le dimissioni di Raffaella Andreola dal Collegio dei probiviri, denunciando "pressioni insistenti" sul Collegio per tentare di "non attuare provvedimenti disciplinari verso chi non rispettava le regole come il versamento delle quote spettanti all'Associazione Rousseau".
Tra le ragioni che l'hanno spinta al passo indietro anche la decisione di "non eleggere democraticamente un capo politico dopo 30 giorni dalle dimissioni di Luigi Di Maio" e la scelta di mantenere in prorogatio un reggente per oltre un anno mentre svolgeva anche il ruolo di componente del Comitato di garanzia, "andando a creare uno squilibrio di poteri tra l'organo di direzione (capo politico) e l'organo di garanzia (Comitato di garanzia) e soprattutto una netta separazione tra le competenze dei due organi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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