Elisabetta Trenta fa marcia indietro. O almeno arretra un po'. Sull'addio dell'Italia all'Afghanistan, dopo le voci trapelate nei giorni scorsi e lo "scontro" tra dicasteri, il ministro della Difesa precisa il suo pensiero sulla missione militare italiana.
"Non ho mai annunciato il ritiro dall'Afghanistan, ma una fase di pianificazione che prevedesse anche ritiro. Il ritiro non potrei mai deciderlo io, lo decide il Parlamento", dice la Trenta a 'Otto e mezzo' su La7. "Il ministro degli Esteri Moavero non era presente quando ho parlato di questa cosa con il premier Conte, ma è stato raggiunto dalla notizia prima che potessi parlarci telefonicamente - aggiunge - C'è stata costruita sopra una retorica che non era il caso di costruire, il caso è stato montato un pò dai giornalisti".
Insomma, la strada è ancora lunga. Ma il ritiro del contigente italiano sembra più di una semplice discussione accademica. "Nella Nato - spiega la Trenta - è iniziato da tempo, da prima delle elezioni Trump diceva di voler ritirare le truppe americane. Tutti i militari sanno che le missioni possono finire, per questo è giusto essere sempre pronti. Poi le decisioni vanno prese rispetto al momento e in questo momento noi con serietà accompagneremo alle elezioni di luglio la provincia dove si trova il contingente italiano".
Inoltre, secondo il ministro, "la pace che si sta costruendo non si può fare a discapito dei diritti delle donne, questa è la direzione nella quale si sta andando nei negoziati con i talebani. Noi come comunità internazionale avremo il compito di vigilare ma sappiamo che non è possibile una vittoria militare e che non è possibile una pace senza i talebani".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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