La Francia ancora una volta usa il pugno di ferro per fermare i migranti. E riesplode la polemica. Quello di ieri è l'ennesimo episodio che evidenzia la tensione tra l'Italia e il paese transalpino sulla questione immigrazione.
Intorno alle 7 la polizia nazionale francese è salita su un treno partito da Ventimiglia e diretto a Nizza. Per far uscire alcuni stranieri, nascosti in un bagno del convoglio, gli agenti hanno cercato all'inizio di usare una grossa tronchese per aprire la porta. Poi hanno spruzzato qualcosa, probabilmente spray urticante, che ha raggiunto anche i viaggiatori nella carrozza provocando bruciori, tosse e anche alcuni momenti di confusione e panico.
L'episodio è avvenuto già in territorio francese, vicino alla stazione di Menton Garavan, la prima che si incontra oltrepassando il confine. «Andavo a Monaco - racconta Penepole D., una passeggera -. Prima della stazione di Garavan, il treno si è fermato per una decina di minuti. In stazione sono saliti i poliziotti, che come al solito hanno chiesto i documenti a tutti. Pochi minuti dopo abbiamo iniziato a starnutire e a tossire». «A distanza di tre ore sento ancora i bruciori - prosegue Penepole -. Un gruppo di ragazzi pensava fosse un brutto scherzo, ma non ci si può comportare così e se qualcuno fosse allergico?».
«Siamo rimasti basiti - aggiunge Francesco S, ingegnere - personalmente non ho mai visto tanta brutalità. Si sono scagliati come segugi su quei poveretti, che alla fine impauriti sono usciti e gli agenti li hanno condotti in caserma». «Non vi dico come urlavano», aggiunge un altro, parlando dei migranti di colore finiti nel mirino della polizia francese. Qualcuno sta pensando anche di presentare un esposto. «Mi sono sentita male - spiega Cristiana, italo-francese, che era partita per raggiungere la sua famiglia - non riuscivo a smettere di tossire. Io soffro di asma e ho avuto paura, perché respiravo a malapena. Ho dovuto chiamare il medico per chiedere se era il caso che prendessi una pasticca di Cortisone. I poliziotti avranno tutte le ragioni del mondo, ma non si fa così».
Sui social già in tarda mattinata è iniziato a girare il video dell'accaduto e non è la prima volta che i «metodi francesi» suscitano qualche perplessità.
Un anno fa un altro filmato, girato da tre studenti, era rimbalzato ovunque ed era stato ripreso. Al confine con l'Italia una donna incinta, che viaggiava con la sua famiglia di origini africane, era stata presa per braccia e gambe come fosse un sacco e scaricata fuori dal treno, alla stazione di Mentone.
Quel
filmato era stato poi inviato all'Osservatorio nazionale sulle violenze della polizia e il 27 marzo era finito su internet, scatenando una valanga di polemiche, tanto che su Facebook era stato visto più di 440mila volte.
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