Aggredito da un gruppo di romeni. Muore dopo sei giorni di agonia

Alessandro, 41 anni, aveva rimproverato una compagnia di amici che schiamazzavano. Il pugno e la rissa fatale

Aggredito da un gruppo di romeni. Muore dopo sei giorni di agonia
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Era stato massacrato da un gruppo di romeni nel corso di una lite degenerata lo scorso 18 giugno. Dopo quasi una settimana di agonia Alessandro Castellaccio, 41 anni, è morto venerdì 23 giugno nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Umberto I di Roma, dove era stato ricoverato in coma farmacologico a causa di una emorragia cerebrale. L'uomo era stato trovato in fin di vita, dopo una lite in strada scoppiata in via Domenico Giuliani, a Tivoli, in provincia di Roma. Un romeno di 42 anni, Aurel C., è rimasto a sua volta trovato ferito ed è tuttora ricoverato con prognosi di 25 giorni all'ospedale di Tivoli e su lui pende una denuncia per lesioni da parte dei carabinieri intervenuti sul posto, che ora potrebbe aggravarsi e diventare di omicidio preterintenzionale.

La rissa era scoppiata nei pressi di un bar del centro della cittadina tiburtina, nel pomeriggio di domenica 18, quando i carabinieri erano stati chiamati da alcuni cittadini allarmati dalla violenza dello scontro. I testimoni avevano raccontato di un alterco verbale tra Alessandro e un gruppo di persone, che poi erano passate alle vie di fatto. Quando erano arrivati i militari avevano ritrovato stesi per terra i corpi di due uomini, con l'italiano chiaramente in condizioni peggiori, in stato di incoscienza. Entrambi erano stati denunciati.

Castellaccio sarebbe intervenuto per tranquillizzare un gruppo di romeni particolarmente chiassoso e li avrebbe invitati a fare meno confusione. Inizialmente a fronteggiare Alessandro era stato il solo Aurel C., che sarebbe stato colpito da un pugno dell'italiano. A quel punto avrebbe subito la violenta reazione del gruppo di amici del romeno, tre o quattro persone che lo avrebbero riempito di calci e di pugni, un assalto belluino proseguito anche quando Castellaccio era finito a terra. All'arrivo all'ospedale di Tivoli all'uomo era stata diagnosticata la frattura di tre costole, oltre alle fratture al setto nasale, a livello mascellare e mandibolare di entrambe le parti del viso, e all'orbita dell'occhio sinistro e soprattutto un'emorragia cerebrale che aveva spinto i medici a sedarlo in coma farmacologico. I carabinieri avevano poi rintracciato Arel C. al pronto soccorso di Tivoli, dove si era recato per farsi medicare le ferite riportate nello scontro: fratture delle ossa nasali, dell'orbita e della mascella sinistra, giudicate guaribili con una prognosi di 25 giorni. Il 42enne, in evidente stato di alterazione psicofisica e con l'alito che denunciava un copioso uso di alcolo, aveva finto di non conoscere gli altri autori del brutale pestaggio.

Gli amici della vittima ieri hanno aperto una pagina Facebook «Giustizia per Alessandro Castellaccio», per ricordare quello che chiamavano «Lo Sceriffo». «Niente e nessuno potrà riportarti indietro - scrive uno - senza di te tutti si sentiranno soli ci mancherà per sempre i tuoi sorrisi la tua generosità.

La tua assenza sarà dura da sopportare per tutte le persone che ti hanno conosciuto, sei volato in cielo e l'unica cosa che possiamo fare e continuare a viverti portandoti nel cuore dei nostri ricordi». Un altro invece attacca l'indifferenza dell'informazione: «Non c'è stato un minimo articolo fatto da testate nazionali, né sui vari programmi TV: Chi l'ha visto, Quarto Grado eccetera».

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