Per chi aggredisce un medico o un infermiere scatterà l'arresto in flagranza di reato. E in flagranza differita. Vale a dire in presenza di un filmato o di una foto scattata con il cellulare. Lo ha stabilito il ministro alla Salute Orazio Schillaci al termine dell'incontro con gli ordini professionali sanitari.
Quanto fatto finora per limitare la violenza nelle corsie di ospedale non è stato sufficiente e le aggressioni sono ancora troppe: 16mila all'anno, una media di 40 al giorno in tutti gli ospedali d'Italia. «Lo scorso anno nel decreto 'bollette' abbiamo aumentato le pene per chi commette violenze e abbiamo anche istituito la procedibilità d'ufficio ma questo non è più sufficiente - sostiene il ministro - Ieri ci siamo confrontati con il ministro Nordio e in questo momento riteniamo che lo strumento più utile per cercare di combattere questo fenomeno inaccettabile sia introdurre sempre l'arresto in flagranza di reato anche differito. I posti di polizia negli ospedali sono aumentati in modo significativo e quindi il governo è sul pezzo».
Ma dopo l'episodio di Foggia si è capito che non ci si poteva limitare a rinforzare la sicurezza o a promuovere corsi di difesa personale tra i sanitari. All'ospedale foggiano un'équipe chirurgica è stata costretta a barricarsi in una sala dell'ospedale per fuggire alla tentata aggressione del gruppo di parenti di una paziente deceduta poco prima in sala operatoria. E ha ripreso tutto con il cellulare, compresi i tentativi di bloccare la porta con un carrellino delle medicazioni. Tutte le associazioni professionali appoggiano la decisione del governo. Ma c'è un problema da risolvere: le telecamere di videosorveglianza negli ospedali. «L'episodio gravissimo di Foggia dimostra che chiunque può entrare in un ospedale e arrivare alla sala chirurgica. Questo va impedito» - commenta Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) che rileva anche un altro aspetto: la sfiducia della gente nei confronti dei medici, alimentata dalle fake news diffuse da alcuni media.
«Oltre che perseguire occorre prevenire, investendo in sanità e sicurezza - sostiene Francesco Dentali, presidente Fadoi, federazione dei medici internisti - Bisogna anche investire sul Sistema sanitario così come va valorizzato il ruolo dei professionisti che ogni giorno si prendono cura di migliaia di persone».
«Nessuna impunità per chi mette a repentaglio la salute pubblica. Chi sbaglia paga - aggiunge Giovanni Migliore, presidente Fiaso, federazione aziende sanitarie e ospedaliere - Chi è impegnato a garantire il diritto alla tutela della salute deve sentirsi al sicuro. Non si può lavorare con la paura di minacce e aggressioni».
Ugl Salute appoggia l'arresto in flagranza ma chiede di non abbandonare il ragionamento sul Daspo sanitario: cioè eliminare la gratuità delle cure d'elezione per i pazienti (o per i loro parenti) che aggrediscono o minacciano il personale ospedaliero.
La proposta di «daspare» i violenti, avanzata tempo fa da Ugl, è stata da poco rilanciata dal senatore di Fratelli d'Italia Ignazio Zullo e ha già fatto discutere: c'è chi ha sollevato la questione dell'anti costituzionalità. Ma il Daspo non andrà a ledere il diritto di cura (quella mai mancherà), eliminerà solo la gratuità delle visite programmabili, non urgenti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.