Agna, il "distretto del profugo": oltre 2mila in sei chilometri

Assedio al paese, circondato da centri di accoglienza E il sindaco si laurea in «gestione dell'emergenza»

Agna, il "distretto del profugo": oltre 2mila in sei chilometri

Padova - Lo chiamano il «distretto del profugo». E racchiude un'area il cui diametro è di sei chilometri e mezzo. Il centro di questo distretto è Agna, un comune padovano di 3.400 abitanti. Ed è qui che i profughi si annidano. Agli estremi ad accerchiarlo c'è l'ex base militare di Conetta, frazione di Cona, nel Veneziano, che con i suoi 197 abitanti ospita quasi 1.500 richiedenti asilo. E poi c'è San Siro di Bagnoli di Sopra, nel Padovano, che con 415 abitanti ospita 870 migranti.

Sono i due centri di accoglienza più grandi di tutto il Veneto e Agna sta in mezzo, assediato da oltre 2mila profughi. Lungo la strada che unisce San Siro, Agna e Conetta, ogni giorno, i migranti fanno la spola. Avanti e indietro, in bici, a piedi, di sera, di notte, in una processione continua. Agna vive in questo condotto esplosivo dall'autunno 2015.

Tante le richieste di aiuto da parte del sindaco Gianluca Piva, finite nel dimenticatoio. Ma perché i profughi vanno tutti ad Agna? «Il nostro è il centro abitato più comodo alle due basi spiega il sindaco a Il Giornale c'è il supermercato, il bar, il sali e tabacchi, che a Conetta non ci sono. E anche San Siro offre poco. Quando c'è bel tempo, i profughi girano a piedi o in bici. Occupano le piste ciclabili, le panchine, chiedono l'elemosina, commettono qualche atto contro la pubblica decenza: i bisognini al parco, alle fermate dell'autobus o in centro abitato; una presenza non integrabile con questi numeri assurdi e le persone sono intimorite».

E qualche denuncia c'è anche stata: un atto osceno in luogo pubblico, un paio di sanzioni perché i migranti bevono alcolici per le strade e qualche furto di bici. «Un problema serio - continua il primo cittadino - è la pericolosità di questi profughi che girano in bicicletta senza conoscere il codice stradale, con mezzi fatiscenti e senza fanali. Ho scritto molte volte alla cooperativa Edeco, ex Ecofficina ndr - che li gestisce e anche alle prefetture ma nessuno ha mai risposto».

Il 7 dicembre scorso Piva ha scritto anche al capo dell'Immigrazione Mario Morcone per chiedere che i migranti almeno scaglionino le loro «visite» soprattutto la domenica mattina, giorno di mercato settimanale. I profughi arrivano a gruppi di 30-40. E il giorno del mercato si presentano in blocchi di 150-200. Un mercato centenario, con oltre 130 banchi, ora monopolizzato. Varie le proteste dei commercianti che hanno visto un calo delle vendite. «Stanno sulle bancarelle alla ricerca di qualcosa alla portata delle loro tasche» ci spiega il sindaco. Inoltre protestano. Non sono mancate le rivendicazioni in piazza. L'ultima il 19 novembre scorso. Un gruppo di eritrei da Conetta voleva un cambio «alloggio» e il rispetto dei loro diritti.

Il sindaco di Agna è stanco. Non ne può più. Talmente stanco da farci uno studio.

Ieri con il relatore Giulio Mattiazzi, profesore dell'università di Padova, dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e studi internazionali, ha discusso la sua tesi master in governo delle reti di sviluppo locale. Titolo della tesi? Beh, «La gestione dei richiedenti asilo, nel distretto del profugo del basso Veneto. Dall'emergenza alla zona franca sociale».

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