Agnelli, nuovi guai dai quadri di Marella

Spunta l'ipotesi di trasferimento all'estero di alcuni dipinti "donati" ai nipoti Elkann

Agnelli, nuovi guai dai quadri di Marella
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Trasferimento all'estero di opere d'arte senza autorizzazione, pena fino a otto anni di carcere. È questo il nuovo reato che potrebbe configurarsi nella saga dei fratelli John, Ginevra e Lapo Elkann, già sotto inchiesta per frode fiscale e truffa allo Stato da parte della Procura di Torino, dopo quanto scoperto dalla Guardia di finanza nel corso delle perquisizioni eseguite nel novembre scorso. Al centro dell'indagine ci sono le operazioni compiute per sottrarre al fisco e alla madre Margherita Agnelli, unica figlia vivente di Gianni Agnelli e in rotta di collisione con i propri figli, una parte colossale dell'eredità dell'Avvocato. Nella puntata di Report trasmessa ieri sera su Rai3 viene raccontato come le indagini si stiano concentrando su una parte del tesoro lasciato da «mister Fiat»: la collezione d'arte accumulata nel corso dei decenni insieme alla moglie Marella Caracciolo, decine di quadri dal valore inestimabile, dal Rinascimento alla pop art.

Tra i pezzi forti della collezione - come raccontato dal Giornale nel settembre scorso - ci sono anche Glaçons, effet blanc di Claude Monet, La scala degli addii di Giacomo Balla e Mistero e malinconia di una strada di Giorgio De Chirico, che da solo vale oltre venti milioni. Quando la Finanza si fa aprire il caveau di John Elkann trova solo le copie dei tre quadri, perché gli originali sono a Chesa Alcyon, la villa di famiglia a Sankt Moritz, in Svizzera. Ma Report ieri sera racconta che alla morte di Gianni Agnelli, nel 2003, le tre opere erano in Italia, nelle residenze della famiglia a Torino e a Roma. E finiscono anche loro nell'asse ereditario: cioè nelle mani della vedova, Marella, visto che sua figlia Margherita ha rinunciato all'eredità in cambio di una liquidazione miliardaria.

Da Marella, i tre quadri arrivano agli amati nipoti Elkann. E però lasciano anche il territorio dello Stato, approdando nella villa in Engadina. Quando e come? La Guardia di finanza passa la segnalazione ai carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio culturale e al ministero della Cultura. E non è l'unica anomalia individuata dalle indagini nella gestione della collezione d'arte. Saltano fuori le mail con cui Donna Marella regalava a John Elkann nove quadri dell'artista americano Robert Indiana, valore sui cinque milioni e mezzo: ma l'ultima modifica delle mail risale all'inizio dell'anno scorso, quando l'inchiesta della Procura torinese era già esplosa, e soprattutto quando Marella Caracciollo era morta ormai da cinque anni. Inevitabile il sospetto che si tratti di un falso: anche perché di falsi clamorosi compiuti dagli Elkann e dai loro collaboratori ne sono già venuti a galla a bizzeffe, tra firme apocrife di Marella e contratti fasulli per simulare la residenza della anziana vedova nella casa di Sankt Moritz (la stessa dove approdano i tre quadri «emigrati» dall'Italia) e sottrarre così al fisco italiano tasse per 74 milioni di euro.

Nella loro replica, i legali degli Elkann fanno sapere che sia Glaçons, effet blanc di Monet che i nove quadri di Robert Indiana sono stati «donati in vita», rispettivamente

da Marella e da suo marito Gianni. Ma non spiegano il perché delle mail trovate nei computer della segretaria con cui la vedova Agnelli regalava al nipote John le opere dell'artista americano cinque anni dopo essere morta.

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