"Aiuti a Musk? No. Con la nostra legge apriamo a tutti l'attività spaziale"

Il ministro padre del ddl appena votato, Adolfo Urso: "Garanzie ad attori privati e investimenti"

"Aiuti a Musk? No. Con la nostra legge apriamo a tutti l'attività spaziale"
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Adolfo Urso, 66 anni, è il ministro delle Imprese e del Made in Italy. Suo è il ddl Spazio votato alla Camera. È una norma che promuove lo sviluppo industriale e disciplina l'uso dello spazio.

Signor ministro, di che legge si tratta?

«È la prima legge italiana sullo Spazio, è la legge nazionale più avanzata in Europa sulla regolamentazione della attività dei privati in orbita. Sarà di ispirazione per il prossimo Space Act europeo, di cui sollecitiamo la realizzazione in un apposito non paper presentato con la Germania e di cui proprio ieri ho discusso anche con il ministro danese Christina Egelund. L'Italia indica all'Europa la rotta sullo Spazio».

Nel merito?

«Il nostro obiettivo è duplice: da un lato, garantire un accesso sicuro per i vari attori allo spazio; dall'altro, stimolare investimenti nella space economy per rendere le aziende italiane più forti e competitive sul piano internazionale. Inoltre, la legge punta a sviluppare le competenze tecniche e a valorizzare le tecnologie per l'osservazione della Terra, consolidando la nostra leadership nel settore».

Questa legge era urgente?

«Non era solo urgente, ma fondamentale per colmare un vuoto normativo e posizionare l'Italia come protagonista nel panorama spaziale internazionale. Le basti pensare che gli Stati Uniti si sono dotati dieci anni fa, con la presidenza Obama, di una legge che regolasse l'accesso dei privati allo spazio. I mutamenti nel quadro geopolitico globale e la rapida crescita del comparto hanno reso ancor più necessario un intervento. Ora, la vera sfida è la realizzazione di una legge europea sullo spazio, che pensiamo possa ispirarsi proprio alla nostra italiana».

L'Italia è tra i primi paesi che apre all'imprenditoria spaziale. Favorirà solo i grandi competitor?

«Assolutamente no. Al contrario, questo provvedimento contribuirà a creare un ecosistema fertile a supporto delle Pmi e delle startup. La legge favorisce finanziamenti per i progetti innovativi e facilita l'accesso delle realtà della filiera ai contratti pubblici nel settore spaziale e aerospaziale, con una riserva di almeno il 10% del valore del contratto per le imprese più piccole. La legge tutela e incentiva i più piccoli e regola l'attività dei più forti».

Sullo spazio si apre una competizione anche tra Stati. L'Europa resterà unita in questo campo o prevarranno interessi inconciliabili?

«È fondamentale una maggiore cooperazione tra i Paesi membri per rendere il settore spaziale competitivo su scala globale. Ma l'Europa deve prendere decisioni più rapide e stabilire regole più chiare. Quando IRIS2 sarà pienamente operativo, forse a partire dal 2030, il nostro continente avrà circa 290 satelliti in orbita bassa, mentre gli Stati Uniti ne avranno già oltre 40.000, la Cina circa 10.000. Siamo drammaticamente indietro. L'Europa deve accelerare lo sviluppo della propria infrastruttura spaziale se vuole restare competitiva. Serve un cambio di passo. L'Italia si è mossa per prima».

La sinistra dice che questa legge sullo spazio è stata concepita per aiutare Musk

«Assolutamente falso. Il disegno di legge è stato approvato dal CdM nel giugno dello scorso anno, ben prima della vittoria di Trump. Al contrario, regolamentare le attività spaziali significa aprire il mercato a una pluralità di aziende e progetti, in particolare italiani. Inoltre, la legge prevede esplicitamente la possibilità per l'Italia di dotarsi di una propria costellazione satellitare nazionale in orbita bassa ai fini istituzionali e di sicurezza: il Comitato interministeriale (Comint), che io presiedo, ha già affidato all'Agenzia Spaziale Italiana uno studio di fattibilità che ne chiarisca tempi e costi. Avremo le prime risposte nelle prossime settimane».

L'Italia comunque sceglierà StarLink o i francesi di Eutelsat?

«Quando avremo le conclusioni dello

studio di fattibilità decideremo cosa e come fare, per assicurare i servizi che servono alla sicurezza nazionale. Noi non siamo a favore né contro nessuno; agiamo sempre e comunque e solo a tutela dell'interesse nazionale».

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