«Alcuni Paesi della Nato, a partire dalla Polonia, magari seguita dagli Stati baltici, sono pronti ad inviare truppe sul terreno» in Ucraina per combattere contro i russi, nel caso in cui Kiev non riceva adeguate garanzie di sicurezza nel vertice dell'Alleanza in programma a Vilnius il mese prossimo. Lo ha detto l'ex segretario generale della Nato Anders Rasmussen aprendo, per la prima volta, all'ipotesi di un intervento diretto dell'occidente nel conflitto. L'avvertimento ha subito scatenato la reazione di Mosca. Una fonte del Cremlino ha detto che un eventuale intervento «porterà a uno scontro militare diretto tra il blocco e la Russia. Ovunque si verifichi, un tale scontro potrebbe avere le conseguenze più gravi per il mondo intero». «Non chiediamo truppe Nato sul terreno per mettere fine a questa guerra. Chiediamo le migliori garanzie per evitare guerre future», ha commentato il ministro degli Esteri di Kiev Kuleba.
Il tema dell'Alleanza atlantica è stato centrale anche nell'incontro a Washington tra il presidente Biden e il premier britannico Sunak, volto a rinsaldare l'unione tra i due Paesi, storici alleati, ma anche per discutere della successione del segretario generale della Nato con Stoltenberg in scadenza e la premier danese Mette Frederiksen data in pole position per il ruolo. Proprio l'attuale segretario sarà ricevuto da Biden lunedì e martedì prossimi in un vertice che vedrà al centro, inevitabilmente, la fornitura di armi e munizioni a Kiev da parte del blocco occidentale.
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