Ventimiglia È avvolta nel mistero la morte di un giovane studente di Ventimiglia, città ligure in provincia di Imperia, al confine con la Francia. E proprio in Francia, precisamente nella capitale Parigi, all'interno di un cantiere è stato ritrovato il corpo ormai senza vita di Alessio Vinci, 18 anni, studente modello al Politecnico di Torino.
Le indagini sono state affidate alla polizia francese, coadiuvati dalle forze dell'ordine italiane, e nei prossimi giorni verrà eseguita l'autopsia, al fine di stabilire senza ombra di dubbio, le cause della sua morte. Molti gli interrogativi intorno al decesso del giovane ligure, ai quali gli inquirenti sperano presto di dare una risposta. Cosa ci faceva Alessio Vinci in quel cantiere? Era da solo o con lui c'era qualcuno che poi si è dileguato? E soprattutto è stato ucciso o forse la sua morte è stata una tragica fatalità, oppure ancora il giovane ha deciso di farla finita e, chissà per quale motivo, ha scelto quel luogo particolare per togliersi la vita? Dai primi riscontri pare che gli investigatori propendano per questa ultima ipotesi.
A lanciare l'allarme e ad attivare le indagini, è stato il nonno, al quale Alessio era affidato, angosciato dal fatto che da troppe ore non aveva più sue notizie. Sempre più preoccupato per quel silenzio inusuale, dopo l'ennesima telefonata a vuoto sul cellulare del nipote, a rispondere all'uomo è stato un gendarme francese, al quale è toccato dare la terribile notizia al nonno, della morte di Alessio in circostanze ancora da chiarire. La tragica notizia si è presto diffusa fra gli amici, che da almeno due giorni lo cercavano invano a Torino dove da novembre dell'anno scorso, frequentava l'università. Alessio Vinci, era un ragazzo dall'intelligenza superiore alla media, tanto che, dopo aver frequentato il Liceo Aprosio di Ventimiglia e concluso gli ultimi due cicli scolastici con la maturità in un solo anno, diplomandosi a giugno con 110 e lode, aveva poi brillantemente superato le selezioni per entrare alla facoltà di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico torinese, piazzandosi tra i primi quaranta candidati. Un desiderio che si realizzava per Alessio - occhi grandi e faccia pulita, fisico fin troppo magro per i suoi diciott'anni compiuti solo quattro mesi fa - fin da piccolo sognava di diventare un ingegnere spaziale. E il superamento di quella selezione, era per lui il primo passo verso la realizzazione del suo sogno più grande. Avrebbe dovuto essere felice, Alessio, per i risultati ottenuti e il futuro che si spalancava davanti a lui ma forse c'era qualcosa che lo tormentava. Brillante nello studio, amava divertirsi con gli amici, andava in discoteca e non si tirava mai indietro se doveva aiutare qualcuno. Eppure, deve essere successo qualcosa che ha spezzato il suo equilibrio di adolescente.
Sulla vicenda, infatti, restano diversi aspetti ancora senza spiegazione, a cominciare dal motivo che lo ha portato a Parigi, visto che del suo viaggio nella capitale francese non erano a conoscenza neppure gli amici più affiatati, tanto meno il nonno che lo aveva allevato e al quale Alessio era molto legato. Sconvolti gli amici e i docenti di Alessio che non posso credere che il ragazzo abbia deciso di togliersi la vita: zDi lui si può solo dire un gran bene: era un ragazzo molto bravo ma anche disponibile con i compagni, educato e corretto con i docenti. Era straordinariamente bravo a scuola ma allo stesso tempo estroverso, simpatico e pronto a fare baldoria. Condivideva la sua bravura con chiunque gli chiedesse aiuto e, almeno apparentemente, era sereno».
In attesa che venga disposto l'autopsia, il nonno non si dà pace per la scomparsa di quel nipote tanto amato: «Mi ha detto che andava a Torino - ripete l'uomo - perché mi ha mentito? Sapeva di poter contare su di me per qualsiasi cosa. Ora voglio solo sapere la verità, il perché il mio Alessio non c'è più».
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