Alice, i genitori rinunciano al processo: "Noi umiliati"

Escono dal processo i genitori di Alice Scagni, la donna uccisa dal fratello Alberto il primo maggio del 2022 a Quinto, nel levante genovese

Alice, i genitori rinunciano al processo: "Noi umiliati"
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Escono dal processo i genitori di Alice Scagni, la donna uccisa dal fratello Alberto il primo maggio del 2022 a Quinto, nel levante genovese. Antonella Zarri e Graziano Scagni, nell'insolita veste di madre e padre di vittima e killer hanno ritirato la loro costituzione di parte civile, lamentando attraverso i loro legali di essersi sentiti «umiliati ed emarginati» dalla Corte d'assise.

Il colpo di scena dopo che i giudici hanno tagliato la lista testi che avevano presentato i loro legali, Fabio Anselmo e Alessandra Pisa, perché - a detta della Corte - «le parti civili hanno un ruolo sommamente vicario rispetto all'accusa e devono limitarsi a chiedere la condanna e il risarcimento del danno». Una mossa considerata una «mortificazione» che non avrebbe alcuna base di riferimento all'interno del sistema processuale. Una «vera e propria anticipazione di giudizio» secondo i due genitori, che il giorno dell'omicidio hanno perso in un solo colpo due figli e ora si sentono «relegati nell'umiliante posizione di non poter avere voce nella ricostruzione dei fatti». Antonella e Graziano sono parti anche in un altro procedimento nei confronti di 112 e Salute Mentale per omissioni e mancato intervento davanti alle reiterate richieste di aiuto per sottoporre il figlio 42enne a Tso. Eppure ieri la Corte ha escluso tutti i medici che hanno valutato Scagni prima dell'omicidio, oltre ai vicini di casa, agli ex avvocati e all'agente che ha risposto alla telefonata del primo maggio in cui il padre raccontava delle minacce rivolte a lui, alla figlia e al genero. Non è stato solo lo snellimento della lista testimoniale a lasciare perplessi i genitori di vittima e imputato, ma anche il loro allontanamento dall'aula previsto dal codice per i testimoni. «Non è che sentendo quello che si dice nel processo cambieremo posizione. Noi siamo qui per accertare la verità che è quella a cui ha diritto Antonella ma soprattutto il nostro nipotino», ha detto Zarri.

I

due genitori si sono sentiti invece relegati ad un ruolo secondario nel dibattimento, titolati solo a chiedere danni e non a descrivere ciò che ai loro occhi ha davvero scatenato la tragedia che ha colpito la loro famiglia.

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