Allarme consumi a picco Il governo studia i ristori

A rischio 6,4 miliardi di spesa. Pesa anche il caro bollette, mercoledì tavolo con le aziende

Allarme consumi a picco Il governo studia i ristori

Lo scorso anno il tasso la crescita del Pil (+6,2%) ha superato ogni previsione però ora il combinato disposto tra gli effetti del Covid e del caro materie prime rischia di mettere a repentaglio i consumi e quindi la ripresa. Confesercenti e Confcommercio lanciano un grido di allarme al governo: «Omicron e la corsa delle bollette rappresentano una nuova emergenza che mette a rischio, nel solo primo trimestre del 2022, circa 6,4 miliardi di euro di spesa: una stangata che riprecipiterebbe i consumi ai livelli del secondo trimestre dello scorso anno, cancellando tutta la ripresa maturata nella seconda parte del 2021», è il timore di Confesercenti che punta il dito anche contro «l'aumento di smartworking e la frenata del turismo che porterebbe a 3,1 miliardi di perdite per mancanza di viaggiatori stranieri e mancati consumi dei lavoratori nei pubblici esercizi». Quanto a Confcommercio, esaminati i numeri della Camera di Commercio di Milano, esplicita che: «Il 72% delle attività ha registrato un calo dei clienti, il 41% ha difficoltà con i dipendenti in quarantena e il 21% con i rifornimenti». Il risultato? «Calo di fatturato e problemi di personale sono le criticità più evidenti. Da qui ha asserito il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli - la richiesta urgente al governo ma anche alle istituzioni locali di attivare al più presto sostegni per i settori imprenditoriali più colpiti. Indennizzi, rinnovo cassa Covid, moratorie fiscali e creditizie». Così Confcommercio si fa portavoce anche della posizione valutativa tra gli imprenditori: compatti a favore dell'obbligo vaccinale per gli over 50 (80%) e nel considerare insufficienti le misure economiche (91%), divisi nel giudizio sulle iniziative di contrasto al Covid eccessive per il 55% e insufficienti per il 45%. Tra i comparti maggiormente in sofferenza attualmente si ritrovano discoteche e locali da ballo penalizzati dal decreto Festività. Si tratta di 2.500 imprese che, in tutta Italia, danno lavoro a oltre 100.000 persone. Per l'Associazione imprese intrattenimento ballo e spettacolo si regista una perdita secca di 200 milioni. E con un'attenta valutazione settore per settore scende in campo anche la Cgia di Mestre che aggiunge una triste realtà: le piccole aziende pagano l'energia elettrica il 75,6% e il gas il 133,5% in più delle grandi (dati Eurostat). «Questo differenziale, a scapito dei piccoli, colpisce anche realtà di pari dimensioni presenti nel resto d'Europa, sebbene negli altri Paesi questo gap sia più contenuto del nostro - esplicita la nota Cgia viene fuori che per l'energia i nostri piccoli imprenditori pagano mediamente il 15% in più. Per il gas il 7,6 per cento».

Il governo sta lavorando per trovare un rimedio. Mercoledì il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha convocato un tavolo con i rappresentanti delle imprese, Confindustria in testa, per discutere l'impatto dei costi dell'energia.

Giovedì dovrebbe tenersi il Consiglio dei ministri per varare un nuovo provvedimento contro il caro-bollette. Si fa strada l'ipotesi di prevedere nuovi contributi per tamponare l'ondata di rincari in arrivo, mentre il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, promette nuovi ristori per le attività più in crisi.

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