«Non bisogna aver paura della paura ma allearsi con essa perché ci rende più lucidi e consapevoli». Rosario Sorrentino, neurologo, divulgatore scientifico e scrittore, in questi tempi di epidemia complicati e confusi invita a non reprimere le nostre paure ed incertezze ma a cercare di governarle, traendone così un vantaggio come spiega nel suo libro «La paura ci può salvare»
L'epidemia di Covid è un trauma collettivo, globale. In che modo si differenzia da un trauma individuale? E' più difficile da superare o la condivisione con gli altri aiuta?
«Il fattore negativo è l' esposizione prolungata nel tempo che ha smantellato le nostre abitudini, i nostri rituali quotidiani. Siamo andati tutti in astinenza, ci siamo ritrovati disadattati, assorbendo come spugne questa clima di insicurezza e di incertezza. Allo stesso tempo ci siamo però sentiti più uniti nella distanza».
In che modo la paura ci può salvare?
«Sbaglia chi attribuisce alla paura un' accezione negativa. Ognuno di noi di fronte al Covid, un nemico invisibile e sconosciuto ha reagito in modo diverso. Molti hanno saputo essere flessibili, si sono adattati alla nuova realtà: hanno scoperto la resilienza e sono stati in grado di attivare un piano B per affrontare una quotidianità tanto diversa. Altri invece si sono sentiti compressi, in trappola. Ma tutti possono imparare ad utilizzare la paura in modo produttivo».
Che cosa abbiamo imparato dall'epidemia?
«Abbiamo riscoperto il valore della salute e della libertà che davamo per scontato e invece non lo è. Di fronte a questa minaccia invisibile ci siamo sentiti però più soli. Abbiamo imparato che il virus viaggia con noi, su di noi e siamo stati costretti a negare baci e abbracci, l'affettività. E questo ha rappresentato un cambiamento radicale anche e soprattutto per noi italiani»
Qual è il segnale di allarme che ci avvisa che i nostri comportamenti stanno diventando ossessivi e che la paura del virus da normale prudenza si è trasformata in ossessione?
«Quando sconfiniamo nella fobia. Quando il perno del nostro flusso di idee e di coscienza è dominato da quel pensiero. Quando la qualità e la quantità dei nostri gesti quotidiani è condizionata da quella preoccupazione. Dobbiamo invece pensare al Covid come un'opportunità per rivedere le nostre priorità mettendo al primo posto la salute».
Come possiamo affrontare l'ansia e l'incertezza rispetto a che cosa ci aspetta
nel futuro?«L'alleanza è la chiave anche a livello sociale e collettivo: la Scienza come istituzione deve allearsi con la Politica che mantiene il primato ma che non deve trattare la Scienza come una Cenerentola».
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