Gli alleati litigano persino sull'euro. E l'asse Pd-5s-Leu "resuscita" Conte

Salvini rimette in discussione la moneta unica: non è irreversibile. Zingaretti replica: il futuro dell'Italia è nella Ue. Nasce l'intergruppo della "super-sinistra" con la benedizione di Giuseppi

Gli alleati litigano persino sull'euro. E l'asse Pd-5s-Leu "resuscita" Conte

La vigilia della «prima» del presidente del Consiglio Mario Draghi in Parlamento non è rose e fiori. I numeri non preoccupano. Ma la tensione tra gli alleati resta alta. Al Senato rispunta la maggioranza giallorossa (senza Renzi). E si rivede anche l'ex premier Giuseppe Conte. Pd, M5s e Leu firmano un documento programmatico per consolidare l'asse. A Palazzo Madama si incontrano i capigruppo delle forze rosso-gialle per studiare una serie di iniziative e rafforzare l'alleanza. L'obiettivo è quello di puntellare l'intesa e orientare il programma del nuovo governo. Anche per sottolineare la forza dei numeri, rispetto a Fi e Lega. Lo scopo è anche quello di creare un vero e proprio coordinamento prima di ogni conferenza dei capigruppo.

Nel documento programmatico si sottolinea la necessità di ripartire dai temi del governo Conte e allargare l'agenda alle questioni che il premier Draghi indicherà alle Camere. Una mossa che riporta sulla scena l'avvocato Conte: «L'iniziativa di costituire un inter-gruppo parlamentare per promuovere iniziative che rilancino l'esperienza positiva di governo che si è appena conclusa è giusta e opportuna», commenta l'ex premier.

Per Conte «in questa fase è ancora più urgente l'esigenza di costruire spazi e percorsi di riflessione che valorizzino il lavoro comune. Le forze che hanno già proficuamente lavorato insieme devono nutrire la loro visione democratica e solidaristica con proposte concrete e con traiettorie riformatrici ben chiare, in modo da alimentare questo patrimonio comune e da affinare una condivisione di intenti e di obiettivi. È questo il modo migliore per affrontare il voto di fiducia».

L'avvio dell'esecutivo Draghi nasconde qualche difficoltà. Preoccupano i nodi politici che l'inquilino di Palazzo Chigi dovrà sciogliere. I soci della nuova maggioranza, che va da M5s a Lega, si studiano. Il Movimento è una polveriera. Nel Pd è esploso il caso delle quote rose. La poltrona di Zingaretti non è salda. Il fronte compatto non si vede. Lega e Pd continuano a provocarsi. Matteo Salvini usa il silenzio pubblico di Draghi per occupare il suo spazio. Bastone e carota: una strategia che il leader della Lega usa dai tempi del Conte uno. Salvini fa il pompiere: «Il ministro Speranza è sotto pressione, con Zingaretti parlo di lavoro e imprese». Passano un paio di ore e incendia la maggioranza, toccando un tasto sensibile: l'euro. «Io diventato europeista? Il mio obiettivo resta portare più Italia in Europa». Euro irreversibile? «Solo la morte lo è, solo il buon Dio può decidere» dice in tva L'Aria che Tira. Parole che fanno infuriare l'alleato Pd. «L'euro e l'Europa sono la dimensione dove pensare e rafforzare il futuro dell'Italia. Dovrebbe essere anche superfluo ripeterlo» replica su Twitter il leader dei democratici Nicola Zingaretti che però rassicura: «Con Salvini alternativi ma ora dobbiamo cercare punti di compromesso».

Il leader della Lega prepara il tour da partito di governo e propaganda. Due giorni fa la prima tappa con Zingaretti. Poi ieri le riunioni con i governatori di Sicilia Nello Musumeci, Calabria Nino Spirli, e Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. Sempre nella giornata di ieri colloqui con i ministri Mariastella Gelmini (Affari regionali) ed Enrico Giovannini(Infrastrutture). Una mossa per non perdere terreno in favore di Cinque stelle e Pd.

In settimana previsti incontri con il leader di Italia viva Matteo Renzi e con Luigi Di Maio, anche se dallo staff del ministro degli Esteri non confermano al momento appuntamenti in agenda.

Draghi lascia fare. Convinto che siano scosse di assestamento. Ma da oggi si cambia registro. Anche Salvini lo sa. Non si può essere forza di governo e di piazza. La scelta è presa.

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