All'Onu scontro Usa-Russia. Biden: "Siamo pronti a tutto"

Scambio di accuse al Consiglio di sicurezza. Arresti a Kiev: "Pianificavano una sommossa". Ue in missione

All'Onu scontro Usa-Russia. Biden: "Siamo pronti a tutto"

Resa dei conti al Palazzo di Vetro dell'Onu tra Usa e Russia nel corso del Consiglio di Sicurezza convocato da Washington dopo l'ulteriore escalation della crisi ucraina. L'obiettivo degli Stati Uniti era di ottenere una condanna unanime dello schieramento di forze militari di Mosca a ridosso del confine con l'Ucraina, ma l'attenzione si è concentrata più sull'appello agli Occidentali e alla Russia a risolvere lo stallo con la diplomazia.

«Il Consiglio di Sicurezza Onu è un passo cruciale nel radunare il mondo per prendere posizione con una sola voce rifiutando l'uso della forza, sostenendo la diplomazia come la via migliore da seguire e chiedendo ad ogni membro la responsabilità di astenersi da aggressioni militari contro i suoi vicini. Ma con la Russia che continua l'escalation...noi siamo pronti a qualsiasi cosa succeda», ha detto il presidente Joe Biden. Nel quartier generale delle Nazioni Unite a New York è andato in scena un duro botta e risposta tra Washington e Mosca. «Il nostro messaggio è chiaro e coerente: cerchiamo la strada della pace, del dialogo. Non vogliamo il confronto, ma saremo decisi, rapidi e uniti se la Russia dovesse invadere ulteriormente l'Ucraina», ha affermato l'ambasciatrice americana Linda Thomas-Greenfield, avvertendo che «la situazione che stiamo fronteggiando è pericolosa e urgente, l'aggressione della Russia non mette in pericolo solo l'Ucraina ma l'Europa, e colpisce il cuore della Carta Onu». Quindi, ha accusato Mosca di voler aumentare la sua forza militare in Bielorussia «sino a 30mila soldati» entro l'inizio di febbraio. La Russia, da parte sua, «esclude ogni possibilità di aggressione contro l'Ucraina»: «i nostri colleghi Usa stanno fomentando le tensioni, mostrino la prova che abbiamo intenzione di invadere», ha replicato l'ambasciatore Vassily Nebenzia, ribadendo che gli Stati Uniti «aumenteranno l'isterismo». Mosca - che da oggi è presidente di turno del Consiglio di Sicurezza - ha anche tentato di bloccare l'incontro con un voto procedurale, ma la sua richiesta è stata bocciata dalla maggior parte dei membri. Mentre l'ambasciatore ucraino all'Onu, Sergiy Kyslytsya, ha detto che «se la Russia è seria e non vuole una nuova guerra, deve ritirare le sue truppe dai confini». «Giudichiamo dalle azioni - ha aggiunto - non da indovinelli e puzzle semantici».

Intanto, come riferito da una fonte dell'amministrazione Biden, Usa e alleati hanno pronta una lista di personalità russe vicine a Putin da colpire con sanzioni economiche se la Russia dovesse invadere l'Ucraina. Si tratta di personalità che «svolgono un ruolo nel processo decisionale del governo o sono almeno complici della condotta destabilizzante del Cremlino», e rappresentano obiettivi sensibili per i loro profondi legami finanziari con l'Occidente. E domani ci sarà un altro colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri di Mosca Serghiei Lavrov e il segretario di stato Usa Antony Blinken. In programma «al più presto possibile» anche una chiamata tra Putin e il premier britannico Boris Johnson: inizialmente in programma per ieri pomeriggio, è poi slittata a causa del «partygate», mentre oggi il leader di Londra è atteso a Kiev per incontrare il presidente Volodymir Zelensky.

Le forze di sicurezza ucraine, nel frattempo, hanno arrestato un gruppo di persone che secondo loro preparavano una sommossa nella capitale per «destabilizzare la situazione». Ad annunciarlo è stato il ministro dell'Interno Denys Monastyrsky, precisando che le autorità di Kiev stanno lavorando per individuare i mandanti e per stabilire se vi sia un legame con i servizi russi.

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