Kirill Zhalo è stato ucciso, Vadim Krasikov condannato ieri all'ergastolo da un tribunale di Berlino. Che cosa hanno in comune questi due uomini di origini russe? Di sicuro l'appartenenza ai servizi segreti di Mosca, probabilmente una stretta collaborazione nell'omicidio di Zelimkhan Khangoshvili, georgiano che aveva combattuto a fianco dei ceceni contro Mosca e che, proprio a Berlino, dove aveva chiesto asilo politico, sarebbe stato giustiziato da Krasikov.
La storia è complessa, e non potrebbe essere altrimenti quando ci si immerge nel mondo dello spionaggio, ma è anche lineare. Secondo gli inquirenti Zhalo e Krasikov hanno lavorato su ordine di Mosca all'eliminazione di Khangoshvili, avvenuta il 23 agosto del 2019 a colpi d'arma da fuoco nel parco Tiergarten di Berlino. Poi però Zhalo avrebbe iniziato a fare pressioni e a chiedere denaro per tenere la bocca chiusa, e a quel punto Krasikov l'avrebbe ucciso spingendolo da una finestra. Il corpo venne rinvenuto la mattina del 19 ottobre sul marciapiede di fronte all'edificio dell'ambasciata di Mosca, in Behrenstrasse, a pochi passi dalla Porta di Brandeburgo. I funzionari russi però non fornirono dettagli, riportando solo che si sarebbe trattato di un tragico incidente. Sulla vicenda intervenne il ministro degli Esteri Sergei Lavrov in persona, parlando di «speculazioni inappropriate, apparse in alcuni media occidentali nel contesto di una sciagura che qualcuno vorrebbe strumentalizzare per destabilizzarci».
Tornando al processo per l'esecuzione di Khangoshvili, nella sentenza di ieri i giudici hanno accreditato la tesi dei procuratori che sostenevano l'accusa, e cioè che fosse stata la Russia a ordinare l'omicidio e Krasikov il braccio armato. Nella lettura della sentenza, il giudice Olaf Arnoldi ha spiegato che «il governo russo prese la decisione di eliminare Khangoshvili nel giugno del 2019». Il georgiano, lo ricordiamo, era accusato dal Cremlino di coinvolgimento in vari attacchi terroristici, tra i quali l'assalto e la conseguente presa di ostaggi nella scuola di Beslan (2004), in cui rimasero uccise 334 persone, tra cui 186 bambini, forse il crimine più eclatante e orribile perpetrato dai terroristi ceceni.
La sentenza provocherà ulteriori attriti diplomatici tra Berlino e Mosca ed è stata ovviamente giudicata in maniera diametralmente opposta sui due versanti. L'ambasciatore russo in Germania, Sergei Nechaev, considera il verdetto «una decisione parziale e politicamente motivata che aggrava seriamente le già difficili relazioni russo-tedesche». Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ritiene l'omicidio di Khangoshvili «una grave violazione della legge e della sovranità della Repubblica federale». La stessa Baerbock ha ordinato l'espulsione di due diplomatici russi.
I rapporti, già tesi per la vicenda Navalny e il cyberattacco al Bundestag nel 2015, si sono surriscaldati dopo il movimento di truppe della Russia sulla frontiera ucraina. Un'eventuale invasione li peggiorerebbe. Nell'eventuale risposta a Mosca potrebbe esserci il blocco del Nord Stream 2, il gasdotto che collega la Germania alla Russia.
L'Ue, al termine del vertice odierno, invierà una nota al Cremlino nella quale avvertirà che, in caso di invasione dell'Ucraina, Mosca rischia «gravi conseguenze» e verrà bersagliata da sanzioni economiche senza precedenti. Dal Vaticano trapela anche che Papa Francesco e Putin si sentiranno oggi pomeriggio. Bergoglio all'ultimo Angelus aveva detto: «Le armi non sono la strada, occorre un serio dialogo internazionale».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.