Una giornata in chiaroscuro, quella scandita dai numeri del Covid-19 nel bollettino di ieri. Da un lato i numeri dei contagi confermano di avere imboccato la curva discendente, lasciandosi alle spalle il picco. Dall'altro i morti fanno registrare un record che non può che angosciarci: 468, un dato che non si verificava dai 469 del 14 aprile scorso, oltre nove mesi fa.
Il dato, come detto, non può che colpire. Ma va precisato che 186 dei morti comunicati ieri fanno parte di un riconteggio di alcune regioni rispetto ai giorni scorsi. Non solo: per la sua natura il decesso di un paziente Covid avviene solitamente ad almeno due o tre settimane dal contagio. In mezzo c'è il tempo dell'aggravamento e spesso una strenua lotta per la sopravvivenza. Questo vuol dire che dobbiamo aspettarci un aumento di decessi ancora per qualche giorno, almeno fino a che non siano trascorsi una ventina di giorni dal picco dei contagi avvenuto tra il 6 e il 18 gennaio, il primo e l'ultimo giorno sopra quota 200mila contagi. Poi nella seconda decade di febbraio anche questo dato dovrebbe scendere.
E veniamo alle notizie buone, o almeno decenti. I contagi registrati ieri sono stati 186.740, in sensibile calo rispetto al martedì della scorsa settimana, quando erano stati 212.004. È il quinto giorno consecutivo che il dato è più basso di sette giorni prima, e questo provoca per il quinto giorno una lieve diminuzione del dato mobile dell'incidenza dei contagi, sceso dai 2.012,76 casi settimanali ogni 100mila abitanti del 20 gennaio ai 1.915,00 di ieri. Un calo lieve, certo, ma la linea è tracciata. La percentuale di tamponi positivi rispetto a quelli messi a referto è stata del 13,36 per cento, il più basso dal 1° gennaio. Inoltre ieri è sceso per il secondo giorno consecutivo il numero degli attuali positivi (2.689.166, -20.691) e c'è stato il record di guariti, 231.500.
Ieri non ci sono state buone notizie dal fronte ospedaliero, che in questi giorni è in fibrillazione, che fa pensare però a una imminente inversione di tendenza. Ieri sono aumentati sia i pazienti Covid ricoverati in area non critica, passati da 19.862 a 20.027 (+165), sia quelli in terapia intensiva, che da 1.685 sono arrivati fino a 1.694 (+9). Anche in questo caso dobbiamo attenderci un time lapse tra il calo dei contagi e quello dei ricoveri, visto che anche in questo caso l'aggravamento segue sempre di qualche giorno in contagio. In linea tendenziale dobbiamo però constatare che negli ultimi sette giorni i ricoveri ordinari sono cresciuti di 579 unita, con un aumento del 2,98 per cento. Il dato del 18 gennaio era più alto del 13,95 per cento rispetto all'11 gennaio, e l'aumento 4-11 gennaio era stato del +32,18. Insomma, il rallentamento è netto ed evidente.
Per quanto riguarda le terapie intensive, negli ultimi sette giorni sono addirittura diminuite dell'1,22 per cento, mentre la settimana prima c'era stato un aumento del 2,27 per cento e la settimana ancora precedente addirittura del 20,47 per cento.
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