"Altri 7 mesi di guerra". Israele ora controlla il "corridoio Filadelfia". Ma Bibi è nel tritacarne

L'Idf scova 20 tunnel al confine con l'Egitto. L'opposizione: "Un flop, elezioni subito"

"Altri 7 mesi di guerra". Israele ora controlla il "corridoio Filadelfia". Ma Bibi è nel tritacarne
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La guerra a Gaza andrà avanti «per almeno altri sette mesi», avverte il consigliere per la sicurezza nazionale di Israele, Tzachi Hanegbi, spiegando che le forze israeliane «controllano il 75% della zona cuscinetto lungo il confine tra la Striscia e l'Egitto». La previsione sui tempi lunghi della guerra viene diffusa poche ore prima che Israele sventoli un importante traguardo militare: il controllo operativo del corridoio Filadelfia, la striscia di 14 chilometri che corre proprio tra Gaza e l'Egitto, vicino alla città di Rafah, e dalla quale l'esercito è certo che Hamas contrabbandasse armi e teme possano fuggire i grandi capi del gruppo terroristico, Yahya Sinwar e Mohammed Deif, portando con loro gli ostaggi.

I sette mesi prospettati da Hanegbi rischiano di essere i più lunghi e complessi della carriera politica di Benjamin Netanyahu. Non solo perché - come ha ribadito ieri il segretario di Stato americano Antony Blinken - senza un piano per il dopoguerra, «Israele si troverà a fronteggiare il caos» nella Striscia di Gaza. Ma anche perché crescono le pressioni politiche interne per un'uscita di scena del primo ministro israeliano. L'ex capo di Stato maggiore Gadi Eisenkot, che ha lasciato l'opposizione per entrare nel Gabinetto di guerra come «osservatore» dopo il 7 ottobre, ha accusato Netanyahu di aver «fallito miseramente» i suoi obiettivi, ha spiegato che ci vorranno tre-quattro anni per stabilizzare Gaza e chiesto elezioni urgenti. Per il Likud, il partito del primo ministro, sia Eisenkot che Benny Gantz (l'altro ex capo di Stato maggiore ed ex leader di opposizione oggi nell'esecutivo di emergenza), stanno «cercando scuse per porre fine alla guerra senza raggiungerne gli obiettivi e per dimettersi dal governo nel bel mezzo del conflitto». Ma è evidente che le uscite di entrambi sono il frutto di un clima sempre più pesante nei confronti di Netanyahu, all'estero e in patria. Il leader d'opposizione, Yair Lapid, ha incontrato i capi dei due partiti di destra fuori dalla maggioranza, il presidente di «Yisrael Beiteinu» (Israele, casa nostra) Avigdor Lieberman e il capo di «Tikva Hadasha» (Nuova Speranza), Gideon Sàar. L'obiettivo è creare un blocco per far cadere il governo Netanyahu. I tre hanno esortato Gantz, che i sondaggi quotano come il più probabile successore a Netanyahu, a dimettersi dall'esecutivo e unirsi per una svolta.

La pressione su Netanyahu cresce di giorno in giorno, a otto mesi da inizio della guerra. L'offensiva a Gaza non si ferma, i raid su Rafah proseguono e hanno provocato ieri altre 21 vittime in città dopo la strage di domenica, che ha indignato le cancellerie internazionali e l'opinione pubblica, mentre i familiari degli ostaggi attendono invano il ritorno dei propri cari. Il «ministro degli Esteri» dell'Ue Josep Borrell ha paragonato l'orrore in corso a Gaza a quello in Ucraina, stigmatizzando la violazione dei diritti umani. Oggi si apre in Cina un forum che ha come focus proprio Gaza e punta a rafforzare i legami con il Medio Oriente e a trovare una «voce comune» sul conflitto tra Israele e Hamas. Il presidente cinese Xi Jinping sarà a colloquio con il presidente egiziano Abdel-Fattah Al Sisi, preoccupato dagli scenari.

Ieri l'esercito israeliano, che nelle settimane scorse ha preso il controllo del valico di Rafah, al confine con l'Egitto, ha anche ottenuto il controllo del corridoio Filadelfia, la striscia lungo il confine tra Gaza e l'Egitto e il luogo in cui molti tunnel di Hamas raggiungono il territorio egiziano.

Almeno 20 i cunicoli sotterranei scoperti, 82 i punti di accesso ai tunnel. «Non significa che abbiamo forze sul terreno lungo l'intero corridoio - ha spiegato l'Idf - ma che possiamo controllare e avere la capacità di tagliare la linea».

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