Altri profughi in rivolta per i soldi

Vogliono il «pocket money». E gli agenti aspettano gli straordinari dal 2016

Altri profughi in rivolta per i soldi

Cona (Venezia) Ci risiamo. Passa qualche mese. E i profughi dell'ex base militare di Conetta tornano a farsi sentire. Stavolta però non perché fa freddo. Perché fa caldo. Perché non ci sono le stufe. O perché fuori ci sono i pinguini e dentro i serpenti. Stavolta è perché vogliono il pocket money, quel gruzzolo giornaliero di 2 euro e 50 che la cooperativa deve dare loro. A Conetta viene dato in due tranche. Per un totale di 75 euro mensili.

«Avanziamo soldi da un mese», dicono i migranti. Così martedì sera hanno ricominciato a protestare. Armati di panche, tavoli e bussolotti della spazzatura hanno bloccato l'ingresso e l'uscita dell'ex base militare, non consentendo a nessuno di entrare e uscire. Solo verso le dieci di sera, venti operatori sono riusciti a «liberarsi» e andare a casa. Ma il giorno dopo la protesta è ricominciata. In contemporanea con un'altra, quella degli operatori della cooperativa Edeco che gestisce il centro, e che avanzano soldi pure loro. Cooperativa tra l'altro già indagata, il cui nome è finito più volte nei faldoni dei magistrati. I profughi tutta la giornata di mercoledì, tutto il santo giorno, hanno lamentato il mancato pocket money. E così di nuovo bloccati i cancelli della base. Dieci ragazzi scesi in strada con una panca messa di traverso che ha ostruito anche il passaggio degli autobus pubblici; e verso sera, qualcuno ha dato di matto danneggiando persiane e rompendo alcune strutture della cucina.

Perfino gli uomini del commissariato di Chioggia e i carabinieri sono dovuti entrare nel centro per riportare la calma. Fuori anche la Digos. Con i vigili del fuoco di Cavarzere. Insomma una task force non indifferente. Per 2 euro e 50 cent. E pensare che i poliziotti in servizio devono ancora avere soldi dal Ministero ancora dal 2016. E questo accade in tutta Italia. Infatti, come riporta una circolare diffusa dal ministero dell'Interno «al personale della Polizia di Stato con il cedolino di marzo 2018 saranno erogati i compensi per le prestazioni di lavoro straordinario reso nel mese di gennaio 2018 e per quelle rese in eccedenza ai limiti mensili (sempre straordinario quindi, ndr) nei mesi di novembre e dicembre 2016».

Insomma poliziotti sempre in prima linea che aspettano soldi da due anni, costretti a tenere a bada i profughi che li aspettano da un mese. «A questi profughi tuona Mauro Armelao, segretario generale regionale Ugl Fsp Polizia di Stato - dico che se per un mese non arrivano i soldi, possono anche avere pazienza, come ce l'abbiamo noi che otterremo il pagamento degli straordinari in esubero di novembre e dicembre 2016 a marzo 2018.

Perché se dal ministero non arriva il denaro sui capitoli di spesa della prefettura, la prefettura non può pagare, quindi dovrebbero prendere e andare a Roma a protestare. Non creare problemi qua sul territorio». Ieri in serata i soldi ai «profughi» sono arrivati. Già, a loro. E agli agenti in divisa?

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