«Io resisto». Barbara d'Urso ha modificato un po' l'assetto dei suoi programmi ma segue l'emergenza con il suo spirito che mescola l'informazione con il pop. «Qui non è facile - dice - perché sono tutti a casa e siamo rimasti davvero in pochissimi». Ma, proprio alla luce del suo gigantesco seguito popolare, lancia un appello «ai miei amici del Sud, pure quelli che abitano al Nord». Il tono è chiaro: «Bisogna stare a casa».
Come mai il bisogno di ripeterlo un'altra volta?
«Perché ho visto ancora ieri le foto di mercatini abusivi e di gente in giro. Ma non vi rendete conto?».
Stare a casa è un obbligo.
«La prossima settimana è probabile che al Sud Italia ci sarà un'esplosione di casi di Coronavirus, si ammaleranno tutti quelli che sono stati contagiati nell'ultimo weekend andando in giro contro i consigli dell'amministrazione e dei medici, in spiaggia, ai rave, alle feste, agli aperitivi di gruppo».
C'è stata una sottovalutazione del pericolo.
«Difatti, anche alla luce delle difficoltà lavorative, io resisto. So l'importanza di dare giuste informazioni, conosco bene il ruolo fondamentale dei giornalisti e sono fortunata ad avere di fianco grandi professionisti come quelli di Videonews che garantiscono a Mediaset una qualità informativa di assoluto livello. Da parte mia, so che è fondamentale a fare ai miei ospiti competenti le domande che tutti si fanno da casa: come indossare la mascherina? Quando? Qual è il modo migliore per lavarsi le mani? Sono interrogativi semplici ma decisivi. E non bisogna avere paura di ripeterli».
Perciò è giusto rinnovare l'appello di stare a casa.
«Lo farò sempre finché è necessario. Parlo anche ai giovani che forse non si rendono conto che, andando in giro, rischiano di fare del male ai loro nonni, ai loro fratelli che magari hanno qualche patologia, agli amici di famiglia. Un comportamento dannoso e pericoloso che non avrebbe mai dovuto essere messo in essere ma che, a questo punto, bisogna interrompere subito. Rimanete protetti tra le mura di casa. Imparate a cucinare, piuttosto, come stanno facendo in tanti. Oppure cucinate meglio, avendo più tempo a disposizione e scoprendo il piacere di rimanere tra le mura domestiche».
Questa emergenza fa scoprire risvolti della realtà che altrimenti non si sarebbero conosciuti.
«L'altro giorno una ragazzina di undici anni, Sofia, ci ha mandato un video nel quale si è detta disponibile a insegnare sul web sia l'inglese che lo spagnolo. Un esempio commovente, uno stimolo per tutti quanti».
Però Barbara d'Urso è anche pop.
«Cerco di coinvolgere le persone. Ad esempio, venerdì abbiamo fatto una specie di flash mob quasi improvvisato. Il cantante Andrea Sannino è uscito sul balcone della sua Napoli e ha improvvisato un'esibizione con i vicini di casa degli altri palazzi. Cantava Abbracciame, un suo pezzo. E in quello stesso momento, in altre parti d'Italia, a Bari o in Sardegna, altri telespettatori sono usciti sul balcone a cantare lo stesso pezzo. Una scena bella, improvvisata, che rende bene l'idea di come siamo noi italiani. Questa maledizione passerà, certo che passerà. Ma se facciamo i cogl... ci metterà molto più tempo ad andarsene e ci costerà molta più sofferenza».
Come è cambiata la televisione in queste settimane?
«Ora è tutta informazione. È inevitabile che sia così. Io provo a farla alleggerendo un po' i toni. Cerco di restare autorevole invitando persone autorevoli. Ad esempio stasera a Live Non è la D'Urso avremo collegati probabilmente il governatore della Lombardia, Fontana, il ministro Boccia, Luigi Di Maio, Nicola Porro, Melania Rizzoli, Ricciardi e il dottor Puoti. E poi sa che cosa le dico?».
Cosa?
«Facciamo un altro flash mob. Da Milano alle 22.30 per cantare Azzurro. Alle 23 a Roma per l'Inno d'Italia e a Palermo alle 23.30 per Volare...».
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