Dove sono finiti i trumpiani d'Italia? Emersi con la prima scalata alla Casa Bianca del fulvo tycoon, erano tornati tutti più o meno nell'ombra, tanto che oggi anche i siti web di due delle organizzazioni battezzate all'epoca, «Italians4Trump» (fondato dall'imprenditore bresciano Gianmario Ferramonti) e la quasi omonima «ItaliansforTrumpPresident» (dell'impreditore italo-americano Leonardo Zangani) non sono più attivi. Eppure i fan di Trump celebrarono il giorno della presidential inauguration, il 20 gennaio 2017, con due eventi mondani a Roma. Il primo alla Cappella Orsini, dove si tenne la presentazione dell'ebook di Maria Giovanna Maglie @realdonaldtrump, che raccoglieva gli articoli che la giornalista aveva scritto sulla corsa alla casa Bianca per Dagospia, anticipando l'inatteso trionfo, il tutto per un parterre che andava da Marina Ripa di Meana a Giulio Terzi di Sant'Agata, fino al sarto tarantino Angelo Inglese, «fornitore» della camicia indossata da Donald per l'insediamento. Il secondo appuntamento si tenne a Palazzo Ferrajoli, organizzato proprio da Italians4Trump, vide presenti oltre a Ferramonti l'economista anti-euro Antonio Maria Rinaldi e, in platea, Francesca Immacolata Chaouqui.
E oggi? Gli amici dell'ex presidente non mancano anche nella politica che conta. Tra questi, oltre al leader del Carroccio Salvini, c'è anche «Giuseppi» Conte. Il leader pentastellato recentemente sollecitato a prendere una posizione tra i due sfidanti Usa s'è mantenuto acrobaticamente equidistante, criticando peraltro la politica estera di Biden, anche per quanto riguarda Ucraina e Israele.
Più cauta Giorgia Meloni: per lei Trump era un «modello» e la simpatia non è scemata, ma è in ottimi rapporti con Biden, e la prudenza della premier si riflette nel suo auspicio per la campagna elettorale Usa: prevalga il dialogo.
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