"Io il più votato di Fdi? Perché non ho idee e non ho chiesto nulla"

La seconda vita, (nel suo caso anche la terza, o la quarta), inizia a settantanove anni. E inizia, com'è di moda oggi, con un messaggio sul telefonino. L'intervista a Vittorio Feltri

"Io il più votato di Fdi? Perché non ho idee e non ho chiesto nulla"

La seconda vita, (nel suo caso anche la terza, o la quarta), inizia a settantanove anni. E inizia, com'è di moda oggi, con un messaggio sul telefonino. Con il numero delle preferenze ottenute: 2.268. Che fanno di lui, il direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri, il più votato di Fratelli d'Italia. Ha fatto il vetrinista, ha una laurea ad honorem in Scienze Politiche, è stato inviato del Corriere della Sera, due volte direttore de Il Giornale, e ha rianimato giornali con la respirazione bocca a bocca, in qualche caso ha dovuto optare per la manovra di Heimlich, fino a fondarne uno: Libero, appunto. Per lui, c'è anche un posto come consigliere comunale. Non ha fatto comizi, sembrava fosse l'ultimo a crederci. Eppure... È sempre divertente, sottovalutarlo.

Sia sincero direttore, quante volte andrà in Consiglio comunale?

«Ci andrò... Se non altro per la curiosità di osservare quell'aula che immagino sorda e grigia. Poi vedremo se si potrà incidere».

Ha già delle idee?

«Assolutamente no. Io mai. Devo arrivare in un posto per farmene venire».

Se ha «goduto» per il sorpasso sulla Lega, chissà per essere il più votato di FdI...

«È stato sorprendente».

E per la multa di 11mila euro per l'articolo su Virginia Raggi, dal titolo «La patata bollente»?

«Sono molto soddisfatto per questa conclusione, se penso che avevano chiesto 3 anni e 4 mesi... Forse sarà meno contenta la Raggi. Il titolo lo aveva già usato Maurizio Belpietro, su Libero, riferito a Ruby. Quando in redazione hanno deciso di ripristinarlo riferito all'allora sindaca, io ho aggiunto una battuta nel testo, per giustificare il titolo. Se lei guarda la Treccani, patata bollente è una questione scottante. Non si riferisce all'organo femminile. Se l'organo femminile fosse come la patata, nella mia vita avrei fatto incetta di tuberi».

Eccoci... tornando alle Comunali, come si spiega tanti voti?

«Perché non ho fatto campagna elettorale».

Fa di tutto per evitarlo, eppure la gente la ama. La Meloni ci ha visto lungo a candidarla.

«Evidentemente sì. Io la stimo molto, abbiamo feeling noi due. Certo in questi mesi ho avuto modo di pentirmi. Ma quando l'altra sera ho visto il messaggio con i voti, è stato consolante. Ho provato anche un po' di sollievo... Non so come potrò metterli a profitto, ma ci proverò».

Il contrario di quello che le succedeva nei giornali che arrivava a sanare. Quando, su un foglietto, le lasciavano i numeri delle copie vendute il giorno prima.

«All'Indipendente, all'inizio, volevo gettarmi dalla finestra, ma era al primo piano... Comunque i numeri sono miei amici».

Come i soldi...

«I soldi sono numeri. Ho studiato statistica. Sui piccoli numeri, non serve a nulla, sui grandi, ci azzecca sempre».

A proposito di numeri, come legge i dati della scarsissima affluenza alle urne?

«È un fatto fisiologico. Un tempo, quando c'erano le grandi ideologie e i due grandi partiti, Dc e Pci, la gente era destata dalla passione. La politica era quasi una religione. Si andava alle urne per affermare il proprio credo. Erano scelte cardiache e ideologiche. Oggi è impensabile. Basta che cadano due gocce di pioggia, com'è successo domenica e lunedì, e la gente sta a casa».

E lei invece andrà a Palazzo Marino, come si immagina il primo giorno?

«Non so nemmeno se capirò dove andare. O me lo dice qualcuno, o me ne torno a casa anch'io. Quando ero a La Notte, mi hanno fatto seguire il consiglio, qualche volta. Ma non mi ricordo un cazzo. Non sono più entrato in Comune nemmeno per chiedere il certificato di residenza».

Rieccoci... E a Libero, a questo punto, andrà meno?

«Macché, i giornali sono il mio ambiente naturale».

A proposito di Libero, cosa le hanno detto in redazione?

«Assolutamente niente, però mi hanno dedicato un titolo, sono stati gentili».

Ma dai niente... Nemmeno Sallusti?

«Tantomeno...».

Le avrà telefonato qualche politico.

«Nessuno».

Eh ma che gloria mesta. Almeno la Meloni...

«Certo, lei sì, è stata molto carina, mi ha detto che è orgogliosa di avermi accanto».

Salvini?

«Non mi parla più da quando gli dico la verità. Ma se uno non ti fa notare i tuoi errori, non li puoi correggere».

E il «povero» Bernardo?

«Hanno fatto di lui un agnello sacrificale. Gli hanno rotto le balle su tutto: per la pistola, che a me risulta spetti solo a chi ha ottenuto un regolare permesso, per i tatuaggi... Ora, a me i tatuaggi fanno schifo. Ma preferisco chi imbratta il proprio corpo piuttosto che i muri di casa mia».

Lei dice che Bernardo è un bravissimo medico.

«Bravissimo. Ma non è detto che se suoni divinamente il violino, suoni anche il pianoforte».

Già. Oppure sei Vittorio Feltri.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica