Amministrative, Berlusconi apre alla Lega

A Matteoli l'incarico di vagliare i candidati: l'intesa è possibile

Amministrative, Berlusconi apre alla Lega

Roma È la politica del doppio binario. Insieme alle Amministrative e (forse) separati alle Politiche. Questione di realpolitik perché tra Forza Italia e Lega, ad oggi, c'è il gelo assoluto. Non ne fa mistero Salvini che ammette candido: «Berlusconi? Oggi siamo lontanissimi. Parla bene di Prodi, di Renzi e Gentiloni, vota il salvabanche, 20 miliardi regalati. Non è il Berlusconi che ricordavo, quello che inciucia». Soliti toni che fanno il paio con il «servo dell'Europa» dato a Tajani, in corsa per fare il presidente dell'Europarlamento. Tutte uscite che hanno indispettito il Cavaliere, per nulla desideroso di abbracciare il capo del Carroccio. Un Salvini, considerato da Berlusconi «bravo televisivamente, giovane, ma inesperto». In pratica un «non leader» che pretende di guidare il centrodestra. Ma «con lui leader il centrodestra non andrebbe oltre il 20%». Insomma, i rapporti con la Lega rimangono tesi se non inesistenti.

Ma in politica serve pragmatismo ed è per questo che già lunedì prossimo partirà un primo ponte per riavvicinare i due storici alleati. Ci penserà il senatore Altero Matteoli, al vertice di una commissione che dovrà esaminare i migliori candidati sindaci nei quasi 26 comuni che andranno al voto tra il 15 aprile e il 15 giugno. Tra questi, centri importanti come Genova, L'Aquila, Palermo, Catanzaro e Padova. L'intenzione è quella di andare uniti, riproponendo il modello Lombardia, Veneto e Liguria. Anche Salvini pare starci: «A livello locale - giura il capo del Carroccio - le cose con Forza Italia le facciamo». Il problema è a livello nazionale: «Non possiamo riproporre agli italiani una cosa che non siamo riusciti a fare 20 anni fa, perché ci riderebbero dietro. Se Berlusconi non condivide il nostro programma per uscire dall'euro, controllare la moneta e i confini, un'alleanza è impossibile».

Ma tutto dipende dalla legge elettorale che dovrà partorire questo Parlamento e fino alla sentenza della Consulta, prevista per fine gennaio, le bocce resteranno ferme. È chiaro che il Cavaliere faccia il tifo per un proporzionale seppur corretto anche per non essere obbligato all'abbraccio con la Lega. Perciò Berlusconi ha nominato una commissione Fi ad hoc per trattare sulla riforma dell'Italicum con tutte le forze del centrodestra e qualsiasi partito interessato, costituita da sette membri: Renato Brunetta, Paolo Romani, Gregorio Fontana, Niccolò Ghedini, Lucio Malan, Roberto Occhiuto e Andrea Orsini.

Nel

frattempo si lavora al programma. Pochi punti: lotta alla povertà con l'apertura a una sorta di reddito di cittadinanza, choc fiscale per far ripartire l'economia e mano tesa al governo per la gestione dell'emergenza terremoto.

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