Sono a rischio i processi per gli ecoreati, e soprattutto per i disastri ambientali, è l'appello congiunto che arriva nella strana alleanza tra Leu, Sinistra italiana, Verdi e Fratelli d'Italia, con il sostegno di Legambiente, Wwf, Greenpeace e Libera di don Ciotti, per citare solo alcuni movimenti che hanno lanciato un appello disperato al governo. L'associazione Ex Ilva di Taranto ha scritto anche al premier. Il fatto è che nella riforma della giustizia i disastri ambientali non sono considerati tra i reati più gravi, quelli per i quali è concessa una durata più lunga dei processi, insieme a mafia, terrorismo, violenza sessuale e traffico di droga. I processi invece, sostiene chi protesta, sono lunghi perché complessi, eppure importanti in una terra come l'Italia.
Una grana inattesa per i grillini essere rimproverati insieme a tutta la sinistra da Fratelli d'Italia di «disgustoso» «bluff» ambientalista «utile solo ad ingrassare alcune multinazionali» e di considerare «peccati veniali» «inquinare cielo, terra e acqua, provocare malattie, far morire persone e animali» (così l'europarlamentare Nicola Procaccini, responsabile Ambiente ed Energia di Fdi), proprio loro che si dichiarano da sempre ambientalisti nel Dna.
Una lacerazione nell'area di Leu e un guaio anche in casa Pd, dove il tema ha i suoi forti sostenitori, soprattutto della green economy, anche nell'era Letta, che meno di un mese fa ha lanciato un appello ai Verdi per un'alleanza ecologica europea. L'ex segretario dem, Nicola Zingaretti, aveva addirittura dedicato la sua vittoria alle primarie a Greta Thunberg, l'eroina decisa a salvare a suo modo il pianeta, che da premier Conte aveva incontrato in videoconferenza, ascoltando le sue richieste di «rendere l'ecocidio crimine internazionale».
Se per il Pd è politicamente imbarazzante, per i grillini è un tradimento delle radici che si aggiunge alla riforma della giustizia in sé. L'ambiente è una delle stelle dei Cinque stelle, almeno sulla carta fondativa e nei comizi di Beppe Grillo, come ricorderà l'ex ministro Sergio Costa, cooptato al governo dai grillini proprio in virtù della sua battaglia nell'Arma per contrastare i roghi nella Terra dei fuochi.
Il Mite, il Ministero della transizione ecologica, e il Cite, il comitato interministeriale, sono addirittura stati usati da Grillo per spiegare alla base confusa perché il movimento fosse entrato nel governo Draghi: «condizione tassativa» il salvataggio del pianeta. Per sponsorizzare la sua «rivoluzione MiTE», Grillo citava anche il discorso di insediamento di Mario Draghi in Senato: «Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento», parole che a sua volta il presidente del consiglio aveva preso in prestito da Papa Francesco.
Non sarà facile adesso spiegare la totale dimenticanza degli ecoreati, per chi ha dichiarato ai propri sostenitori e elettori di essere entrato al governo per salvare la Terra dallo «sconvolgimento del clima, l'inquinamento crescente di aria, mari e suoli dell'intero Pianeta, l'accelerazione della scomparsa della biodiversità», soprattutto mentre altri partiti e associazioni non lontane dall'area gialloverde hanno chiesto un emendamento in extremis, ormai sulle
soglie della fiducia.Passa invece la proposta di Enrico Costa (Azione) sul diritto all'oblio: l'emendamento mira a cancellare dal web ogni riferimento ai procedimenti a carico di indagati o imputati poi risultati innocenti.
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