Ancora bufera su Almirante: la conferenza che fa discutere

Un convegno su Giorgio Almirante a Reggio Emilia fa scattare le solite polemiche. Niente di nuovo dal fronte della pacificazione nazionale

Ancora bufera su Almirante: la conferenza che fa discutere

La figura di Giorgio Almirante, nonostante gli anni passati, continua a essere oggetto di discussione. Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha optato per la "cancellazione" di quanto era stato stabilito dal consiglio comunale capitolino: l'intitolazione di una strada. Il teatro di questa nuova polemica è Reggio Emilia, dove il prossimo 7 luglio, a meno di novità eclatanti, si svolgerà un convegno sullo storico leader del Movimento Sociale Italiano.

La data scelta, però, ha suscitato una certa contrarietà dalle parti del Partito Democratico. Il 7 luglio ricorre infatti l'anniversario della morte di Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri e Afro Tondelli. Operai reggiani, appartenenti al Partito Comunista Italiano, trucidati dalle forze dell'ordine durante uno sciopero di protesta indetto dalla Cgil. Una tragedia avvenuta anche a causa del cilma di tensione creatosi per via di alcune scelte sulla pubblica sicurezza operate dal governo Tambroni: il primo esecutivo sostenuto, seppur dall'esterno, dalla formazione missina.

Dario De Lucia che, stando a quanto scritto su Il Resto del Carlino, è un consigliere comunale del Pd, ha criticato l'organizzazione dell'evento su Facebook: "I ragazzini di Gioventù Nazionale - ha postato De Lucia - il movimento dei cuccioli dei neofascisti con la cravatta di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale, hanno organizzato una conferenza il 7 Luglio a Reggio Emilia per omaggiare il fascista Giorgio Almirante, "Il Compleanno di Almirante". Un criminale condannato dalla giustizia italiana più volte, firmatario del Manifesto della Razza, documento che fu il prologo delle leggi razziali varate dal duce Benito Mussolini, collaborazionista dei nazisti durante la seconda guerra mondiale e istigatore alla violenza durante la guida del Movimento Sociale Italiano nella prima repubblica...". Il tutto condito da una fotografia raffigurante Almirante a testa in giù e sbarrato con una croce rossa. Un collage attraverso cui, al fianco dell'esponente missino, è stata posta una scena degli scontri del luglio 1960.

Gioventù Nazionale, spiegano dal movimento giovanile di Fdi, ha "bloccato" quella data per la disponibilità del professor Giuseppe Parlato, che altrimenti non sarebbe potuto essere presente. Ma, prescindendo da questo, l'accostamento tra Almirante e la tragedia del 7 luglio 1960' rimane di difficile interpretazione. "Questa polemica è surreale - ha dichiarato a IlGiornale.it il senatore Balboni, di Fratelli d'Italia. "Giorgio Almirante - ha continuato il parlamentare - non ha nulla a che vedere con i terribili fatti di sangue del 7 luglio 1960. Semmai - ha sostenuto - la responsabilità di quei morti è di coloro che vollero aizzare le piazze per far cadere il legittimo governo Tambroni, la cui colpa era - agli occhi degli antifascisti militanti - aver ottenuto il sostegno decisivo del MSI". "Chi oggi - ha concluso - vuol resuscitare quel clima di odio, dimostra di voler far ripiombare gli italiani in quel clima di guerra civile che tanti lutti ha provocato. E questo solo per coprire il suo vuoto di ideali e di argomenti politici".

Almirante, nel luglio del 1960', non era neppure il segretario del Movimento Sociale.

La sensazione è che qualunque iniziativa venga messa in campo per commemorare la figura di questo leader politico susciti comunque polemiche e divisioni. Niente di utile ai fini della tanto decantata "pacificazione nazionale".

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