
Pesaro le aveva assegnato la cittadinanza onoraria 17 anni fa, nel 2008, e l'altro giorno il sindaco della città marchigiana, Andrea Biancani, ha deciso di invitarla in città per le celebrazioni del 25 aprile. Liliana Segre, senatrice a vita e superstite dell'Olocausto, ha accettato l'invito, nonostante la pioggia, e ha partecipato alla giornata al fianco del primo cittadino, cantando anche Bella Ciao insieme a un gruppo di bambini quando la banda locale l'ha intonata.
Strette di mano, sorrisi, anche un appello arrivato dal sindaco per la pace in Ucraina e la fine della «carneficina» in Palestina, e zero contestazioni per la senatrice a vita. O almeno così sembrava. Perché come è noto, in Italia memoria storia e polemica politica si confondono spesso, soprattutto il 25 aprile. Era già successo diverse volte negli ultimi anni sia a Milano che a Roma con le contestazioni, i fischi e gli slogan contro la partecipazione della Brigata Ebraica, tensioni peraltro replicate venerdì scorso, ma a Pesaro tutto era filato liscio. Tanto che il comune e il sindaco scelgono di postare il video delle celebrazioni in compagnia della senatrice a vita sui propri profili social. Però sui social, su Tik Tok in particolare, si materializzano gli haters anti-Segre, e quelle immagini scatenano una marea di commenti d'odio. Ad accorgersene per primo, un consigliere comunale di maggioranza, Riccardo Bernardi, che denuncia i messaggi raccogliendo in un video i più violenti e odiosi, dove Segre viene definita «sanguisuga ebrea», «un'altra parassita da mantenere», «letame» e «la più nazista di tutti». Altri «utenti» del popolare social si dilettano nell'arte dell'hate speech: si va da chi si lamenta che sia «ancora viva» a chi sentenzia «vecchia il popolo italiano non ti vuole», da chi si augura «che il tuo dio possa riabbracciarti presto», a un «che palle, che ha fatto sta vecchia?».
Anche qui, c'era un precedente: tra 2022 e 2023 Liliana Segre era già stata presa di mira sui social, e aveva denunciato per gli insulti sul web 24 persone, scegliendo anche di opporsi, un mese fa, alla richiesta di archiviazione per 17 di loro: tra questi il cuoco tv ed ex rugbista Chef Rubio, che l'aveva presa di mira proprio per il suo «silenzio sistematico» sul conflitto israelo-palestinese.
Adesso il nuovo episodio che manda il sindaco di Pesaro su tutte le furie. «Sono parole gravi che andrebbero perseguite dalla giustizia», scrive Biancani sui social. Ovviamente, il primo cittadino ribadisce «che la presenza alla manifestazione del 25 Aprile di Liliana Segre è stata un dono prezioso per la nostra città di cui siamo immensamente grati».
Solidarietà a Segre per i «vergognosi», «vili e intollerabili insulti a Segre arriva anche dai presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, «vicinanza e solidarietà» esprime il leader di Azione Carlo Calenda, mentre contro i «soliti leoni da tastiera» si schiera il presidente dei senatori Fdi Lucio Malan, che chiede anche di «perseguire, colpendo con fermezza» gli haters. Solidarietà anche dal gruppo Fdi alla Camera, Galeazzo Bignami: «Questo dilagante antisemitismo va condannato senza indugio». E anche la segretaria dem Elly Schlein interviene: «Insulti vergognosi».
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