Continuano i mal di pancia nel Movimento Cinque Stelle. “Non rompete perché sennò ci rimettiamo tutti”. In uno dei momenti più difficili e dopo lo strappo della base con i vertici per la candidatura in Emilia Romagna e Calabria, Beppe Grillo si riprende in mano il Movimento. Lo fa non solo riconfermando Luigi Di Maio capo politico, ma rilancia anche il governo con il Pd, proponendo un nuovo contratto di governo per gennaio. Insomma in pieno terremoto interno e nel momento più basso della leadership del ministro degli Esteri, il garante è intervenuto per blindare i vertici e ribadire che dall’alleanza giallorossa, almeno a livello nazionale, non ci si muove.
Questo accadeva solo poche ore fa e, a stretto giro di posta, arriva la risposta di una pentastellata. “Ieri Beppe Grillo ci ha detto di non rompere i coglioni. Ma lui non sa o fa finta di non sapere che vivendo in questi territori ho dovuto essere per forza una rompicoglioni. Perché qui per sopravvivere, per resistere, per combattere per diritti e servizi essenziali - che in altre parti d’Italia (tipo al Nord dove vive lui) sono garantiti - bisogna essere per forza una rompicoglioni. Ognuno è quello che è sempre stato”.
Così scrive sul suo Blog la deputata calabrese del Movimento Cinque Stelle, Dalila Nesci, replicando alle parole di ieri del garante. “Nonostante le tue offese, in questa fase, concordo con la tua visione caro Beppe e ti dico apriamo un dialogo serio e rapido guidato da una figura autorevole del Movimento Cinque Stelle che garantisca i nostri valori con tutte le forze pulite e trasversali della Calabria, a partire dalla sinistra sui temi. Avere idee, in tempi difficili è una risorsa. Avere paura, in tempi incerti è un demerito. Coraggio, la faccia pulita della Calabria deve ritrovarsi e fare uno sforzo di comunione. #CalabriaAlzaLaTesta!”, conclude la parlamentare.
E già perché a 48 ore dal voto sulla piattaforma Rousseau, i vertici pentastellati sono “costretti dalla base” a rilanciare la campagna elettorale in quelle regioni in cui si voterà tra un pugno di mesi. Tra queste, appunto, la Calabria. Intanto non si ferma lo scontro interno. Nonostante Grillo abbia blindato la leadership di Luigino Di Maio. Uno dei leader, infatti, dell’assalto al ministro degli Esteri continua a chiedere un cambiamento interno. “Il Movimento è in una fase di transizione, di difficoltà, come ammesso dallo stesso Di Maio. Riconoscere un problema è il primo passo per risolverlo. Sono convinto che attraverso il dialogo si eviterà l’implosione e che la nostra sparizione avverrà solo, come da programma, una volta esaudito il nostro obiettivo di cambiamento. Nel caos, come ha ricordato Grillo, si possono cogliere le migliori opportunità”.
A dirlo è il senatore M5s, Luigi Morra, intervistato dal Corriere della Sera. Per Morra l’uomo solo al comando scoppia. E per il grillino il Movimento nasce senza leader.
“Questa era una nostra caratteristica che ci differenziava dalla vecchia politica, dunque un punto di forza. Credo la si debba recuperare perché l’intelligenza collettiva permette di risolvere i problemi assai meglio dell’intelligenza individuale”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.