Andrea precipita e muore a 17 anni: bravata fatale sul tetto del capannone

Si era arrampicato con due amici. Ma un pannello non ha retto

Andrea precipita e muore a 17 anni: bravata fatale sul tetto del capannone

Per sfida, per gioco o forse solo spinti dall'incoscienza dei diciassette anni, in cui si è adolescenti e spesso si sottovalutano i pericoli, pensando quasi che le cose brutte colpiscano sempre gli altri e non se stessi.

Un gesto avventato, apparentemente senza motivo se non quello di sfidare la noia in una domenica sera di provincia, è finito in tragedia. Un diciassettenne, Andrea De Rosa è morto due sere fa, nel Napoletano. Il ragazzo era salito sul tetto di un capannone insieme a due amici. Si era arrampicato fino a lì ma, in un attimo di distrazione, deve aver messo un piede su un pannello di plastica. Il pannello, troppo fragile per sostenere quel peso, ha ceduto e il ragazzo è precipitato da un'altezza di svariati metri.

Erano da poco passate le 21 e i soccorsi sono stati immediati. I sanitari del 118 si sono precipitati sul posto e hanno provato a rianimare il diciassettenne, ma non c'è stato nulla da fare. Il capannone, parte di uno stabilimento industriale in disuso che si affaccia in via Giovanni Falcone, a Casalnuovo di Napoli, è stato immediatamente transennato per permettere i rilievi da parre degli uomini del Ris.

I carabinieri che si occupano delle indagini e di ricostruire nei dettagli l'accaduto, hanno sentito la testimonianza degli altri due ragazzini, rimasti impietriti davanti all'immane tragedia.

Erano stati proprio loro due a lanciare l'allarme e ad allertare i soccorsi, convinti che si potesse fare qualcosa per salvare Andrea. Al contrario di quanto emerso inizialmente, non si ritiene che i tre non fossero saliti sul capannone per una sfida, o per qualche altro gioco azzardato. Sarebbe stato invece piuttosto un gesto estemporaneo, una bravata, alla fine però costata una giovane vita.

Sull'accaduto sono ancora in corso indagini da parte dei militari di Castello di Cisterna, che ascolteranno nuovamente gli amici della vittima, rimasti impietriti davanti all'accaduto. Tutto è avvenuto nell'area che una volta ospitava l'insediamento industriale Pibigas-Eridania. La zona è caratterizzata dalla presenza di diverse aree come quella dove si è verificato l'incidente.

Il 17enne morto era incensurato, abitava ad Acerra, non andava a scuola e guadagnava qualcosa svolgendo lavori saltuari. Nell'area dello zuccherificio, nel 2011, perse la vita un 14enne, anche lui precipitato da un'altezza di 10 metri a causa del cedimento del lucernaio. Con altri quattro ragazzini si era introdotto lì per giocare a pallone. Al momento l'accaduto sembrerebbe avere una genesi diversa rispetto ai fatti di Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone, dove, sempre domenica sera, tra le 21 e le 22, un gruppo di quattro ragazzini italiani, di età compresa tra 13 e 14 anni, si sono «divertiti» a sdraiarsi sull'asfalto, lungo la via Casilina, a pochi passi da un incrocio, per alzarsi al volo quando le auto sopraggiungevano. E solo per farsi immortalare dagli amici.

A lanciare l'allarme ai carabinieri è stato il dipendente di un hotel: in un post su Facebook ha scritto

che alcuni clienti gli avevano segnalato i giovani sdraiati sull'asfalto. Lui si è affacciato, li ha visti e gli ha urlato di togliersi dalla strada, perché era pericoloso: in risposta però ha ricevuto solo degli insulti.

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