I complicati rapporti tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo hanno dei riflessi anche sull'intero scenario della politica italiana. L'ex presidente del Consiglio è ai ferri corti con il garante del Movimento 5 Stelle e a breve potrebbe sfilarsi: in tal caso, qualora l'allarme non dovesse rientrare, l'avvocato non rifonderà il M5S e per il suo futuro si apriranno diverse strade percorribili. Nel frattempo però il Partito democratico sembra risentire del terremoto interno al gruppo grillino, tanto che nelle chat è piombato il panico totale. Infatti fino a pochi giorni fa si guardava con estrema fiducia all'alleanza strutturale tra dem, pentastellati e Liberi e uguali; invece in questo momento regna l'incertezza totale con tanto di preoccupazioni. Si attende comunque la giornata di lunedì, quando l'ex premier in una conferenza stampa potrebbe fare chiarezza e fare il punto della situazione (magari spiegando le motivazioni alla base dell'eventuale rottura).
Il panico nel Pd
Per il momento il Pd sembra osservare in silenzio quanto sta accadendo nella galassia dei 5 Stelle. In realtà, come abbiamo già detto, c'è forte apprensione per gli sviluppi che si potrebbero verificare a stretto giro. I timori riguardano non soltanto i prossimi passaggi parlamentari (a partire dal ddl Zan che rischia di essere affossato), ma anche i rapporti politici in occasione delle prossime consultazioni. A ciò si aggiungono le preoccupazioni sulla tenuta del governo Draghi dato che i grillini potrebbero fare un passo indietro e non sostenere più l'esecutivo, è il ragionamento che si fa.
Nelle chat dei parlamentari del Partito democratico la tensione è palpabile. "Ci stiamo avvicinando alla stessa maledizione che colpì Renzi nel 2018, andremo alle urne senza alleanze", è lo sfogo di una deputata riportato dall'Adnkronos. Le conferme non tardano ad arrivare. Una deputata del Pd, che vuole mantenere l'anonimato, ha riferito a chiare lettere a ilgiornale.it che "si è un po' preoccupati di questo momento di crisi". "Noi del Pd stiamo un po' a guardare, un po' in ansia, perché non riusciamo a capire il punto di caduta di questa roba", aggiunge la stessa fonte.
Il ddl Zan rischia grosso
In bilico resta sempre il ddl Zan, soprattutto dopo la mossa del Vaticano che ha espresso forti perplessità per la libertà di organizzazione e di espressione della comunità dei cattolici che sarebbero minacciate. Non si nasconde Ettore Rosato: il coordinatore di Italia Viva, contattato da ilgiornale.it, ritiene che "i problemi sul ddl Zan erano preesistenti ed erano dovuti ad una forte divisione - anche se silenziosa - all'interno dei gruppi sia del Pd sia del M5S. Sul voto segreto emergeranno comunque, a prescindere dai problemi del Movimento". Pertanto Rosato crede sia importante "provare a trovare un'intesa larga con tutte le forze di maggioranza".
La fonte dem è convinta che i renziani abbiano le carte per poter contare e fare la differenza: "L'elemento di differenza ce l'hanno loro". La linea del Pd è chiara: "Meglio portare a casa il ddl Zan che non portare a casa niente". C'è però chi guarda alle osservazioni della Santa Sede: "Il dibattito è molto acceso, anche all'interno del Pd, su questo".
Un po' fuori dal coro il deputato Michele Anzali che, interpellato dal Giornale.it, spiega: "Ma magari!! Finalmente si passa dai diktat alla politica. Forse si rischia su qualche tema ( ma non ne sarei certo) ma magari si vince facile su temi come le elezioni".
Il nodo Amministrative
C'è poi da sbrogliare il nodo delle elezioni Amministrative che si terranno tra settembre e ottobre. Una possibile uscita di scena di Conte potrebbe far scricchiolare quei patti trovati con il Pd in alcuni territori. Anche perché è stato proprio lui a spendersi in prima persona per diversi candidati. Come ad esempio per Gaetano Manfredi a Napoli, dove i 5S dovrebbero appoggiare l'ex ministro dell'Università. Ma qui potrebbero arrivare guai: una possibile rottura con Conte potrebbe accontentare i portavoce campani - contrari al matrimonio con i dem - che hanno chiesto a Grillo di presentare il Movimento senza alleanze con i tradizionali partiti politici.
Comunque la fonte del Pd non sembra essere preoccupata sul fronte dell'alleanza: "Non pensiamo che l'alleanza sia a rischio,
anche perché mancano ancora due anni. Sui territori c'è così, a macchia di leopardo. E poi è chiaro che bisognerà andare su una legge proporzionale per impedire che l'attuale alleanza diventi strutturale e organica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.