Ministro dell'Interno di un carcere: purché sia un carcere. Dovranno attendere ancora. Ne hanno provate tante per sbattere dentro Salvini, anche se il salto di qualità c'è stato da quando è seduto al Viminale. E chissà che ieri, durante l'interminabile pomeriggio passato ad aspettare la sentenza nell'aula bunker del Pagliarelli, mentalmente non abbia riavvolto il film.
Era ancora acerbo quando si beccò 30 giorni con la condizionale per una storia di uova tirate all'allora presidente del consiglio Massimo D'Alema: oltraggio a pubblico ufficiale. Poi nel 2009 venne ripreso in un video, a Pontida, dove fu tirato dentro in un coro da tifosi milanisti contro i napoletani: Salvini poi si scusò ufficialmente, dicendo che appunto era un coro da stadio, ma due seriosi napoletani non ne vollero sapere e lo denunciarono: 5700 euro di risarcimento. E sin qui siamo alle scemenze: non sapremmo altrimenti come definire anche la goliardia del luglio 2016, quando un parlamentare di Sinistra Ecologia e Libertà (condizionata) lo denunciò nientemeno che per «vilipendio alle istituzioni costituzionali» dopo che a un'altra festa della Lega (nel cremonese) gli mostrarono una bambola gonfiabile e lui disse che sembrava Laura Boldrini, allora presidente della Camera; il Guardasigilli Alfonso Bonafede concesse l'autorizzazione a procedere e non è chiaro come sia finita. Altra accusa di vilipendio alle istituzioni nel 2016, quando Salvini definì la nostra giustizia «una schifezza», e altra concessione del simpatico Guardasigilli Bonafede, dopodiché tra mille impedimenti (Covid, pranzi con Mattarella) nel marzo 2021 ecco l'assoluzione per tenuità del fatto. Ma l'abbiamo detto: mica era agli Interni, non ancora. E non che siano mancate scemenze (leggerezze, diciamo) anche da ministro: accusato di aver abusato dei voli di Stato, l'hanno prosciolto la Procura di Roma e la Corte dei Conti.
Poi il ministro si è messo a fare il ministro: pronti, via. Nel settembre 2018 la Procura di Palermo lo indaga per sequestro di persona (mica niente) per aver impedito lo sbarco dei migranti della nave Diciotti nell'estate precedente. A inizio novembre la Procura chiede l'archiviazione e, quasi, il processo lo fanno a lui, al giudice, ma poco male, a gennaio 2019 il Tribunale dei Ministri chiede al Senato l'autorizzazione a procedere. Salvini, in una pubblica lettera, dichiara di aver agito negli interessi del Paese e chiede che l'autorizzazione sia negata. I grillini sanno essere elastici, e parecchio: il Senato in marzo lo accontenta, 237 favorevoli e 61 contrari.
Tutto sta a riprovarci. Pochi mesi dopo, a luglio, Legambiente lo denuncia a Siracusa per la nave Gregoretti a cui era stato proibito lo sbarco di 116 migranti: non prima che altri Paesi europei si fossero presi l'impegno ad accoglierli. «Sono tutti bravi e buoni coi porti degli altri», dice lui, «ma non siamo il campo profughi d'Europa, non so se mi costerà un altro tentato processo». Ma certo che ti costerà. A dicembre la procura di chiede l'archiviazione, ma c'è stato un passaggio chiave: Salvini intanto ha rotto col premier Giuseppe Conte ed è uscito (con la Lega) dal Governo. E tu guarda: il Tribunale dei Ministri chiede l'autorizzazione a procedere il Senato vota a favore. Fa niente, nel maggio 2021 il gup di Catania proscioglie Salvini con una sentenza di non luogo a procedere: niente processo.
Tutto sta a riprovarci ancora. Nell'agosto 2019, a bordo di un'altra nave, l'Open Arms, fuori da Lampedusa, era entrato direttamente un magistrato di Agrigento e aveva disposto sequestro, attracco ed evacuazione dei migranti. Quel giorno non aprono un fascicolo, ne aprono tre contro ignoti: favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, sequestro di persona, omissione di atti d'ufficio. Ignoti mica tanto: tempo tre mesi e due fascicoli finiscono al Tribunale dei Ministri perché proceda contro Salvini.
C'è ancora Conte al governo e tu guarda, il Senato vota a favore dell'autorizzazione. Accolto il rinvio a giudizio (aprile 2021) e vai col processo. Nel settembre scorso il pm chiede 6 anni. Ieri lo stesso pm, prima di cena, si accorge di aver sperperato tempo, soldi, energie: esattamente come il Paese.
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