Un anno per il blitz dei Ros. "L'Italia viene a prendermi?"

La sorpresa della donna nel campo curdo di Al-Hawl. I bambini indottrinati. Gli esperti: "Supereranno tutto"

Un anno per il blitz dei Ros. "L'Italia viene a prendermi?"

«Non pensavo che l'Italia mi venisse a prendere» sono state le prime parole di Alice Brignoli, Mamma Jihad, quando i curdi l'hanno consegnata, con i suoi quattro figli, ai carabinieri del Ros. Una missione segreta di 48 ore nel nord-est della Siria per riportare in Italia l'adepta dello Stato islamico. Aisha era partita con i bambini e il marito nel 2015 dalla provincia di Lecco. L'operazione «Match», in realtà, va avanti da oltre un anno «fra mille ostacoli, prima per l'attacco turco contro i curdi e poi per il Covid. Ci hanno anche fermato all'ultimo momento quando eravamo sulla scaletta dell'aereo», racconta al Giornale il tenente colonnello Andrea Leo, che comanda il Ros di Milano.

La fase finale è iniziata sabato mattina con la partenza verso il Medio Oriente. Assieme a Leo c'erano il tenente colonnello Federico Palmieri, della prima sezione anti terrorismo di Roma, un ufficiale medico e un maresciallo donna. I servizi segreti hanno messo a disposizione un aereo della Presidenza del Consiglio. Sono atterrati su una delle piste costruite dagli americani, che a ranghi ridotti sono ancora presenti nell'area del Rojava controllata dai curdi delle Forze democratiche siriane. «Il tragitto a terra non era lungo e siamo stati assistiti dai colleghi dell'Fbi», spiega il tenente colonnello Leo. Gli americani continuano a cercare e interrogare i terroristi dell'Isis, soprattutto i volontari stranieri della guerra santa.«I curdi si sono dimostrati estremamente collaborativi - conferma il comandante del Ros di Milano - Dovevano consegnarci anche il marito di Alice, Mohamed Koraichi, ma è deceduto un mese fa». Il terrorista era stato ferito alla testa durante i bombardamenti, ma sarebbe morto per un'infezione intestinale. Koraichi, combattente dell'Isis fino all'ultima sacca di Baghuz, dove si è consegnato con tutta la famiglia, era dietro le sbarre in una prigione poco lontana dal campo dove viveva la moglie. Il Giornale lo aveva filmato in novembre, quando chiedeva di tornare pure lui in Italia. E confermava che Alice Brignoli si trovava con i bambini ad Al Hawl, un mega campo dove sono internati 70mila donne e bambini dell'Isis.

«Lunedì mattina i curdi ci hanno consegnato in una base vicina al campo la madre con i quattro figli. Erano tutti sereni. I piccoli forse un po' spaventati dalla novità. I più grandi parlano italiano», racconta Leo. S. ha 7 anni, O. 9, I. 11 e A., il più piccolo, è nato in Siria. «Anche se i più grandi sono stati indottrinati, in Italia supereranno in fretta», spiega l'ufficiale.

Mamma Jihad è arrivata a Milano la notte di lunedì, ma nel campo di Al Hawl, dove sono tante le occidentali dell'Isis, ci sarebbe anche Sonia Khediri, partita per la Siria dal Veneto ancora minorenne e indagata per terrorismo internazionale. Più a nord nel campo Roj, dove i curdi vogliono trasferire tutte le europee, c'è Meriem Rehaily, condannata dal tribunale di Venezia a 4 anni di carcere.

Ad Alice Brignoli gli inquirenti chiederanno della convertita Maria Giulia Sergio, la prima italiana partita per la Siria e sparita nel nulla. E della dozzina di jihadisti provenienti dall'Italia, che hanno combattuto fino all'ultimo nella sacca di Baghuz, dove Alice si è arresa con figli e marito.

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