"Non abbiamo riformato il canone per permettere a una piccola casta di sopravvivere”. Il renziano Michele Anzaldi, membro della Commissione di vigilanza Rai, sempre su Repubblica, risponde per le rime a Fabio Fazio.
Secondo Anzaldi, la figura di “artista-giornalista” nella quale il conduttore si identifica il conduttore di ‘Che tempo che fa’ non esiste.“I giornalisti hanno un tetto uguale per tutti. Compreso il direttore del Tg1, che fa in un giorno gli ascolti che molti programmi fanno in una settimana”, spiega il deputato."Penso che sia giusto – dice il deputato dem - favorire la tendenza, benedetta da tutto il Paese e stimolata anche dalla stampa, di ridurre gli stipendi eccessivamente alti per dare una chance di sopravvivenza alle fasce disagiate della popolazione”. Secondo Anzaldi il limite di 240mila euro è “un signor tetto” che viene già applicato a tutti i manager pubblici. “Ci sono avvocati dello Stato o capi di gabinetto – aggiunge - che si sono visti tagliare lo stipendio da un giorno all'altro, eppure non hanno protestato, continuando a fare il loro lavoro".
Anzaldi difende la scelta di far pagare il canone Rai in bolletta. "Siamo passati nel giro di pochi mesi dalla televisione europea con il tasso più alto di evasione del canone a quello più basso”, spiega e poi ribadisce: “Tutto questo non si è fatto per far sopravvivere una piccola casta aldilà del contesto nazionale di emergenza economica”. Il deputato dem attacca:“Trovo ad esempio davvero ingiusto che la Camera abbia fatto grandi sacrifici e abbia ridotto la spesa di 80 milioni e poi ci siano programmi che vanno in onda a mezzogiorno e che prendono compensi milionari".
Quanto all’annuncio di Fazio di voler lanciare una sua società di produzione, Anzaldi commenta: "Se vuole mettersi in proprio e vendere a chiunque offre di più sul mercato, ben venga. La Rai le valuterà le sue produzioni come fa per tutti gli altri".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.