La Appendino in guerra contro le alghe del Po

Non è bastata l'idea della Appendino di far estirpare le alghe gratuitamente dai volontari e dalle associazioni ambietaliste. Ora il Comune dovrà metter mano al portafoglio

La Appendino in guerra contro le alghe del Po

Il nuovo nemico numero di Chiara Appendino, ora, è l’alga. Il nuovo sindaco grillino di Torino è alle prese con myriophyllum aquaticum, che invade il Po all’altezza dei Murazzi. Il Comune non ha soldi e, allora, la Appendino ha chiamato a raccolta i volontari e associazioni ambientaliste, guidata dall’assessore comunale all’Ambiente Maria Lapietra. Una soluzione sponsorizzata su tv e su tutti i media del territorio ma che non ha funzionato perché quest’alga, anche se non rischiosa per l’uomo, si è propagata e mette a rischio l’ecosistema fluviale.

L’Arpa che ha presenziato all’operazione, ha, infatti, reso noto che anche piccoli frammenti dell’alga possono farla aumentare “creando un danno ambientale diffuso e importante sull’intero ecosistema fluviale”. Per risolvere definitivamente il problema servirebbero 40mila euro che al momento non ci sono e perciò, come si legge su Repubblica Torino, l’assessora Lapietra ieri ha chiarito che “L’intervento di estirpazione manuale è stato efficace nell’eradicare la maggior parte delle piante infestanti e per contenerne la diffusione”.

“Adesso, però, - ha concluso Lapietra - in collaborazione con la Regione e l’Arpa, stiamo valutando seriamente di affidare la rifinitura del lavoro di pulizia, che dovrà riguardare anche il fondale, a una ditta specializzata in questo tipo di operazioni. Che non solo garantisca uno sradicamento totale, ma che si occupi anche dello smaltimento dei resti”.

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