Roma - Il cerchio attorno alle Ong nel Mediterrano si fa sempre più stretto. E le conseguenze del crollo dell'attività di salvataggio sono evidenti: gli sbarchi ad agosto in Italia si sono azzerati. L'ultima delle navi in attività, la Aquarius, ha avuto il permesso da Malta di sbarcare con il suo carico di 141 migranti, ma resta in mare un altro barcone partito dalla Libia. Francia, Germania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo hanno dato disponibilità ad accogliere una quota delle persone a bordo della nave della Ong Sos Mediterranee. «Un accordo pionieristico», l'ha definito il premier spagnolo Pedro Sanchez, frutto degli accordi europei che hanno avviato un embrione di condivisione tra Paesi dei migranti dopo che l'Italia ha dato un giro di vite all'accoglienza. La Spagna così è diventata la prima nazione per numero di sbarchi. E, ora che è investita dalla questione che ha visto in prima linea, da sola, l'Italia, chiede ai parner di fare di più.
Intanto anche l'ultima nave di soccorso potrebbe presto dover interrompere la propria attività: il governo di Gibilterra, enclave inglese, ha avvisato la Ong che intende sospendere la registrazione della nave perché l'aveva richiesta in qualità di nave destinata alla ricerca e non al salvataggio. SosMed protesta, sostenendo che il salvataggio è un obbligo per qualunque nave, omettendo però di dire che per loro è l'unica attività. Gibilterra ha avvisato che dal 20 agosto non potranno più battere la propria bandiera.
Resta in mare ancora un barcone, partito da Al Khoms in Libia. Si tratterebbe di un gommone con circa 150 persone a bordo. Secondo Medici senza frontiere la situazione dell'imbarcazione è critica: si trova in una posizione non precisata e imbarca acqua. Anche questo caso dimostra come sia cambiato il traffico dei migranti nel Mediterraneo dopo lo stop alle Ong imposto dall'Italia e assecondato dagli altri Paesi europei che, mentre si lamentano della «durezza della posizione italiana», come ha fatto l'altroieri sera l'Eliseo, continuano a fare di tutto per chiudere le proprie frontiere. E le porte per le Ong sono talmente sbarrate che il messaggio è arrivato anche ai trafficanti: il barcone in difficoltà avrebbe rifiutato il soccorso delle navi umanitarie per evitare di vedersi rifiutare l'approdo in Europa, come è accaduto nelle ultime settimane.
Ora però la situazione sarebbe critica: la Guardia costiera ha mandato tre avvisi generali di soccorso per il gommone rivolti a qualunque imbarcazione lo avvisti, pur non indicandone con precisione la posizione. Finora nessuna nave di passaggio ha raccolto l'appello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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