Il Palazzo è deserto, ma tra gli addetti ai lavori rimbomba la domanda: «Perché Pd e M5s tacciono sul caso Arianna Meloni?». Al retroscena de Il Giornale sugli intrecci per tentare di coinvolgere Arianna Meloni in un groviglio giudiziario, con l'ombra del reato di traffico di influenze illecite, risponde solo Matteo Renzi. L'ex rottamatore smentisce ogni coinvolgimento, minaccia querele contro Il Giornale, rivendica il suo garantismo e tira in ballo le sue passate vicende giudiziarie. Per due giorni ci si attende un commento dai partiti-guida delle opposizioni, sulla notizia che è diventata il caso politico del post-Ferragosto. Eppure Giuseppe Conte preferisce intervenire nel dibattito sullo Ius Scholae, inviando una lettera aperta al Corriere della Sera in cui rivendica la primogenitura della proposta di concedere la cittadinanza ai ragazzi stranieri al termine di un intero ciclo di studi. I suoi prendono la parola sulla qualunque. Dallo Ius Scholae appunto, all'autonomia. Fino allo yacht affondato ieri a Palermo e al via libera della Regione Abruzzo alla caccia al cervo. Sul caso-Arianna Meloni il silenzio più assoluto. Non una smentita dello scenario prospettato da Il Giornale. A taccuini chiusi, diversi esponenti pentastellati preferiscono sgonfiare la questione, «creata ad arte da Meloni».
Nemmeno il Pd si espone. La segretaria Elly Schlein, dalle sue vacanze blindate, in questi giorni sta proferendo poche parole. Da segnalare una dichiarazione sul caporalato e uno squillo social, nella serata di domenica, per chiamare a raccolta i militanti in vista della Festa nazionale dell'Unità di Reggio Emilia, in programma dal 23 agosto all'8 settembre. La leader dem, evidentemente, preferisce godersi il momentum. Infatti Schlein, per adesso, dopo il 24% delle europee, è relativamente al riparo dalle trappole delle correnti per soffiarle la leadership. Meglio tentare di convincere Conte ad accettare Renzi come coinquilino del nuovo campo largo progressista. Dal Nazareno nessun attacco a Il Giornale, né alla presidente del Consiglio e a Fratelli d'Italia. L'ariete di sfondamento è la sola Italia Viva di Renzi. Tanto che, tra il serio e il faceto, tra le fila dell'opposizione non manca chi ipotizza che questa sia una prova da superare per l'ex rottamatore prima di entrare a pieno titolo nella coalizione che vuole sfidare il centrodestra.
Silenzio anche da Azione. Carlo Calenda si è goduto gli ultimi giorni delle sue ferie itineranti in giro per la Turchia e si è fatto sentire sullo Ius Scholae. A parlare è stato il deputato Enrico Costa, che ha confezionato però un commento dal tenore diverso rispetto a quello dei renziani, parlando del caso Arianna Meloni come del «trailer di un film già visto» in cui «si evoca un reato con cognome celebre, si apre l'indagine, i retroscena sui giornali, le richieste di chiarimenti in Parlamento, gli inviti alle dimissioni e fra qualche anno puf tutto nel nulla». A sinistra Angelo Bonelli ha sfruttato la rivelazione de Il Giornale per dare conto di presunte divisioni in maggioranza, accusando il direttore Alessandro Sallusti di «depistaggio».
A farsi sentire è l'Associazione Nazionale Magistrati. «Ormai siamo abituati ad attacchi di questo tipo, anche da diverse forze politiche. Si tratta di un'operazione di delegittimazione molto pericolosa», reagisce la vicepresidente dell'Anm Alessandra Maddalena in un'intervista a Huffington Post. «Si vuole far credere che i magistrati esercitino la loro funzione per scopi politici. Così facendo si indebolisce un pezzo dello Stato e si corre il rischio che i cittadini non si fidino più della magistratura. Nel caso specifico, poi, sono state fatte delle dichiarazioni senza alcun riferimento a fatti concreti. Sono tesi, a quanto ne sappiamo, fondate sul nulla», aggiunge Maddalena. E il sottosegretario all Giustizia Andrea Delmastro commenta: «Stranisce la dura posizione dell'Anm. Sallusti ha riportato dati veri e incontrovertibili. Basta provare a tirare la magistratura per la giacchetta».
Sul fronte giornalistico, si segnalano pezzi di cronaca, interviste e retroscena sulla vicenda, ma i commentatori non affondano il colpo. Il Fatto Quotidiano dedica al caso solo un articolo di resoconto. Quindi il silenzio.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.