Trapani Lì dove il bene personale supera quello collettivo, c'è chi fa da «ponte tra mafia e istituzioni». È ciò che, secondo il procuratore di Palermo, ha rappresentato l'ex deputato del Pd della Regione siciliana Paolo Ruggirello, candidato (non eletto) alle ultime elezioni per il Senato. È tra i 25 arrestati a vario titolo per associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio e altro, reati aggravati dal metodo mafioso, nell'operazione «Scrigno» dei carabinieri di Trapani, coordinata dalla Dda di Palermo, che ha colpito famiglie mafiosi di trapani, Paceco, Marsala e Favignana.
Due gli obiettivi della mafia: acquisire attività economiche per reinvestire i capitali, riuscendo ad acquistare beni, tra cui il Gran Hotel Florio di Favignana, per 10 milioni, tutti sequestrati, e raccogliere consensi elettorali. Ed ecco il ruolo di Ruggirello, accusato di associazione mafiosa, intercettato mentre chiede ai boss supporto per le regionali del 2017 e le nazionali del marzo 2018.
Pure l'ex consigliere comunale di Erice Giovanni Maltese si è rivolto ai boss e, per voto di scambio politico mafioso, sono finiti in manette la candidata alle regionali Ivana Inferrera (Udc) e il marito Antonino D'Aguanno.VRaf
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