L'arresto di Paolo Arata ha scatentato il vento giustizialista dei grillini. Dopo l'operazione di questa mattina che ha portato agli arresti lo stesso Arata, il figlio e altre persone legate ad un presunto giro di corruzione, i Cinque Stelle hanno messo nuovamente nel mirino la Lega. Il primo a commentare l'accaduto è Luigi Di Maio: "La puzza di bruciato si sentiva da lontano". Poi è il turno di Alessandro Di Battista: "Ricapitoliamo - scrive -: l’ex-responsabile energia della Lega, Paolo Arata è stato arrestato per corruzione e auto-riciclaggio per una brutta storia di mazzette sulle rinnovabili. Anche uno dei suoi figli è finito in carcere, l’altro ha ottenuto un contratto a Palazzo Chigi grazie a Giorgetti. Ad ogni modo questo è il sistema che dobbiamo combattere, e onestamente, lo stiamo facendo. L’Italia ha, oggi, una fantastica legge anti-corruzione e il merito è tutto del Movimento 5 Stelle".
Ma il colpo l'affonda il presidente (sempre grillino) della Commissione Antimafia, Nicola Morra che ha convocato il ministro degli Interni, Matteo Salvini: "Ho richiesto con lettera ufficiale in data 7 maggio 2019 - ha detto Morra in una nota - la convocazione del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in commissione Antimafia. Lettera ufficiale che è partita solo dopo numerose sollecitazioni informali per fissare una data di audizione già dalla terza settimana d'insediamento della commissione stessa. Il rispetto istituzionale avrebbe richiesto una veloce risposta alle interlocuzioni informali anche per dare precedenza a chi è preposto con le sue linee guida alla lotta alla mafia.
La lettera ufficiale è solo l'ultimo passaggio che oggi, anche alla luce dei nuovi arresti in Sicilia, mi vede costretto a renderlo pubblico e ribadire l'urgenza dell'audizione del ministro Salvini". Poi Morra ha corretto il tiro. I 5 Stelle per ora hanno un un ordine non scritto: "Evitare gli attacchi all'alleato...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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