Arriva la bozza, fissato il Cdm: meno reddito e taglio al cuneo

Domani il primo esame delle misure a Palazzo Chigi Meloni: "Particolare attenzione a chi è in difficoltà"

Arriva la bozza, fissato il Cdm: meno reddito e taglio al cuneo

Prudenza e caro bollette prima di tutto, ma tra le fila del governo negli ultimi giorni si cerca di fare qualcosa in più sul cuneo fiscale. A tracciare la rotta della manovra è la premier, Giorgia Meloni, che ieri in un post su Facebook ha scritto di volere «una legge finanziaria attenta a famiglie e imprese, con particolare attenzione ai redditi bassi». Ci sarà «un provvedimento per fronteggiare il caro bollette e sostenere milioni di cittadini in questo periodo difficile e delicato: queste sono le nostre priorità». Domani avrà luogo il consiglio dei ministri decisivo per la Legge di bilancio, dove il governo farà una sintesi delle misure. Una delle ultime novità è un taglio del cuneo fiscale, che non solo sarà confermato nella misura del 2% già varato da Draghi ma ampliato almeno al 3% verosimilmente per coloro che guadagnano meno di 35mila euro (per una spesa di circa 5 miliardi). «La misura del cuneo fiscale non è attualmente finanziata per il 2023», ha detto ieri il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. «Volontà del governo è non solo finanziarla e quindi rinnovarla per il prossimo anno ma anche aumentarla per i redditi più bassi dei lavoratori». La misura dovrebbe incidere sulla pressione fiscale, che il Centro Studi di Unimpresa ha stimato al 43,8% del Prodotto interno lordo alla fine di quest'anno. A seguito degli interventi ipotizzati per la manovra, il peso del fisco dovrebbe calare di 0,4 punti l'anno per raggiungere nel 2025 il 42,5%: «Un livello comunque ancora troppo elevato», ha osservato Unimpresa. «C'è da ritenere che vi fossero spazi ulteriori per avviare un concreto piano pluriennale volto alla riduzione del cuneo fiscale», ha detto il presidente onorario di Unimpresa Paolo Longobardi. Tra chi spinge per fare di più sulle tasse c'è il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che ieri ha proposto di detassare completamente le assunzioni di giovani dai 18 ai 34 anni: «Troppi giovani in Italia cercano lavoro e non lo trovano», ha detto mentre inaugurava a Milano la sede del coordinamento regionale del partito. L'idea di Berlusconi è di tagliare ogni tassa «per un periodo di 3, 4 o 5 anni», in questo modo le aziende avrebbero «una grande convenienza ad assumere giovani» e si creerebbero «oltre un milione di posti di lavoro».

La manovra, che varrà circa 32 miliardi, recupererà tra 1,5 e 1,8 miliardi con la stretta al Reddito di cittadinanza. L'Esecutivo pensa di toglierlo entro sei mesi agli occupabili e di limitarlo a chi risiede in Italia.

Due terzi del budget saranno destinati a mitigare i costi dell'energia: tra le misure, sconti su benzina e diesel ed estensione del credito d'imposta alle imprese dal 30 al 35 per cento. Il governo pensa anche al sostegno della natalità, con la proposta di aumentare l'assegno unico per le famiglie con più di 4 figli o con gemelli. Si lavora sul fronte pensioni con quota 103, ovvero la possibilità di ritirarsi dal lavoro a 62 anni e 41 di contributi in accoppiata con la proroga di Ape Sociale e Opzione Donna. Ma anche all'estensione fino a 85mila euro di reddito della flat tax al 15% per redditi autonomi e partite Iva. In manovra troverà posto la pace fiscale, con la cancellazione delle cartelle fino a mille euro e fino al 2015. Allo studio anche una rateizzazione di 5 anni delle pendenze col fisco con riduzione di sanzioni e interessi.

Molto criticata dalle associazioni dei consumatori, perchè ritenuta poco incisiva, l'ipotesi circolata in questi giorni di un azzeramento dell'Iva su pane, latte, pasta.

Il governo dovrebbe mettere mano anche alla tassa sugli extraprofitti delle imprese energetiche, alzandola almeno al 33%. E c'è l'idea di una tassa sulle consegne a domicilio per favorire il commercio di prossimità.

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