Un solo salvataggio in mare, immediata segnalazione alla Guardia costiera e poi subito verso un porto di sbarco. Se le Ong non rispettano le nuove norme multe e fermi decisi dai prefetti. Il Consiglio dei ministri ha approvato, ieri sera, la stretta su Ong e migranti. Più morbida del previsto, la sua efficacia si vedrà alla prova dei fatti.
Le operazioni di soccorso dei migranti devono essere «immediatamente comunicate al centro di coordinamento per il soccorso marittimo nella cui area di responsabilità si svolge l'evento e allo Stato di bandiera ed effettuate nel rispetto delle indicazioni delle predette autorità». Le Ong non potranno fare più quello che vogliono e dovranno rispettare altri, stringenti, requisiti a cominciare dall'«idoneità tecnico-nautica» per le operazioni di soccorso. Inoltre andranno avviate «tempestivamente iniziative volte a informare le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale nel territorio dell'Unione europea». Questa parte del testo potrebbe subire ulteriori modifiche, ma le Ong hanno sempre detto che si rifiutano di farlo evitando così che la responsabilità ricada sullo stato di bandiera della nave.
Il nuovo decreto prevede che sia «stata richiesta nell'immediatezza dell'evento, l'assegnazione del porto di sbarco». E «il porto di sbarco» deve essere «raggiunto senza ritardo» così le navi delle Ong non potranno attendere in mezzo al mare per imbarcare più migranti possibili. Quelli già recuperati devono essere subito sbarcati nel porto assegnato dal Viminale.
Se le nuove norme non venissero rispettate «si applica al comandante della nave la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro 50.000». La sanzione pecuniaria, un po' bassa, «si estende all'armatore e al proprietario della nave». Alla contestazione «della violazione consegue l'applicazione accessoria del fermo amministrativo per due mesi della nave». I prefetti decidono sia sulle sanzioni che sul ricorso delle Ong. «In caso di reiterazione della violazione commessa con l'utilizzo della medesima nave - riporta il decreto - si applica la confisca della nave».
Ulteriori multe da «2000 a 10000 euro» e fermi da 20 giorni a due mesi sono previsti se il comandante o l'armatore «non forniscono le informazioni richieste dalla competente autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare».
Nel frattempo la nave della Ong francese, Ocean Viking, che ha recuperato davanti alla Libia 114 migranti deve dirigersi verso Ravenna indicato come porto di sbarco dal Viminale. «A 900 miglia nautiche dalla nostra posizione - fanno sapere dalla Ong Sos Méditerranée -. Impiegheremo circa 4 giorni per arrivare a destinazione». Chi il mare lo sorveglia fa notare che se fossero andati in Francia, come l'ultima volta «le miglia sarebbero state 650. E la Corsica è ancora più vicina».
Il 26 dicembre all'una di notte è salpato dalla Cirenaica, un peschereccio di 25 metri che imbarcava 489 migranti egiziani, siriani, pachistani e afghani. Il costo del viaggio dal loro paese fino all'Italia varia da 6mila a 9mila dollari. La novità è che il barcone sia partito vicino a Bardia a soli 35 chilometri dal confine egiziano da dove arrivano almeno parte dei migranti.
La Guardia costiera l'ha intercettato al largo della costa siciliana di Portopalo di Capo Passero. Smistati a Augusta, Messina e Catania si sommano ad altri 136 arrivi con carrette del mare a Lampedusa dalla Tunisia. Si aggiungono ai 102.574 sbarchi, fino a ieri, da gennaio.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.