Fare guerra all'Esselunga. Togliere lo scettro a Bernardo Caprotti di re dei supermercati italiani. Questa la mission della Coop, rossa per dna politico e invidia. La strada passa per la fusione delle tre catene emiliane, Coop Adriatica, Coop Nordest e Coop Estense, per rivoluzionare il settore della grande distribuzione. "Con questa scelta - spiegano - si vuole contribuire a sostenere e rilanciare ruolo ed efficacia della missione cooperativa sia nelle regioni del Nord che nel Sud del Paese, confermando la idoneità e l'utilità del modello cooperativo anche in realtà sociali molto diverse".
La Coop vuole strappare il Nord Italia a Caprotti. È qui, infatti, che l'Esselunga è radicata e fa i soldi veri. Come anticipa CorrierEconomia, la fusione delle tre catene emiliane potrebbe essere il primo passo. L'obiettivo è radunare sotto un'unica insegna tutte le sigle del nord. Qui potrebbero, infatti, confluire Coop Lombardia, Coop Liguria e Novacoop Piemonte. Un percorso diverso è, invece, previsto per Unicoop Firenze che da sempre marca la divisione con le sigle emiliane. La nuova struttura - quella con cui avrà inizio il mega accorpamento - prevederà due holding capofila: una per le partecipazioni nei settori finanziario e assicurativo (Unipol), del turismo, delle librerie e dell'immobiliare e una per la rete retail. Il presidente unico sarà l'attuale numero uno di Coop Adriatica, Adriano Turrini. Sotto di lui ci saranno due amministratori delegati: Paolo Cattabiani, attuale presidente di Coop Nordest, seguirà le partecipazioni, mentre Massimo Ferrari, attuale direttore gestione di Coop Estense, guiderà i supermercati.
La sfida non è affatto facile. Raggiungere l'Esselunga non è un obiettivo per tutti. La Super Coop fattura 4,2 miliardi di euro in 334 punti di vendita, mentre il colosso di Caprotti fattura 7 miliardi di euro in 131 punti vendita. Non solo.
"Le coop - spiega il CorrirEconomia - realizzano mediamente 7.600 euro di ricavi al metro quadro contro i 16.200 euro di Esselunga". Infine, le Coop hanno troppi dipendenti. E già qualcuno sta parlando di sforbiciare qualche unità dall'esercito di 19.700 lavoratori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.