Asse in maggioranza. Trovato l'accordo per le nuove misure sui flussi migratori

Summit decisivo tra il premier e Salvini Il modello sarà il "diritto a non emigrare". Pronta la stretta su trafficanti e permessi Ronzulli (Fi): "Confermiamo il supporto"

Asse in maggioranza. Trovato l'accordo per le nuove misure sui flussi migratori

«Piena sintonia». L'incontro tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il vicepremier Matteo Salvini(nella foto) scaccia le voci di divisioni in materia d'immigrazione. L'accordo, che non può che comprendere anche Forza Italia, è globale: costruire e tutelare il «diritto a non emigrare». Quindi governare le partenze dai Paesi d'origine, regolando i flussi e contrastando scafisti e organizzazioni criminali. Ora, dopo la tragedia di Cutro, dove si terrà il prossimo Consiglio dei ministri, si è riaperto il dibattito sulle mosse legislative. Il pomeriggio di ieri è stato costellato da voci di fratture in seno alla maggioranza: tutto smentito dai fatti.

Il premier e il vicepremier si sono visti a Palazzo Chigi. Il summit - hanno fatto trapelare fonti di maggioranza - è stato utile «per fare il punto della situazione con particolare riferimento al dossier-immigrazione. È stata confermata piena sintonia, anche in vista di nuovi provvedimenti che saranno all'attenzione del prossimo Consiglio dei ministri di giovedì». Licia Ronzulli, presidente dei senatori di Fi, ha ribadito il sostegno del suo partito: «E allora per il gruppo di Forza Italia ribadisco il pieno supporto alle scelte del governo che vuole affrontare l'emergenza immigrazione con il doveroso coinvolgimento dell'Ue, con la collaborazione dei paesi di origine e di transito, con il rafforzamento delle vie legali e sicure di ingresso dei migranti, con un Piano Marshall per l'Africa affinché venga garantito quello che papa Benedetto XVI ha chiamato diritto a non immigrare», ha detto in Senato. I meloniani vogliono l'estensione dei corridoi umanitari e l' inasprimento delle pene per gli scafisti. La Lega ha pure un'altra istanza: le disposizioni che intervenivano sui permessi di soggiorno. Non sono punti inconciliabili, anzi. Tant'è che il sottosegretario all'Interno Wanda Ferro, di Fdi, ha aperto all'ipotesi di pescare quanto di buono fosse presente nei decreti sicurezza. Giovedì la commissione Affari costituzionali della Camera sarà chiamata ad analizzare la proposta di legge del Carroccio che è a firma del capogruppo Riccardo Molinari e di Igor Iezzi. Sempre giovedì, però, ci sarà anche il Cdm. E tutti gli attori principali hanno lavorato a una sintesi che compattasse le forze di maggioranza. Prima d'incontrare la Meloni, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva difeso il ripristino di quei decreti e i principi che li avevano animati: «Stando ai dati dell'Onu e degli istituti che fanno riferimento alla Commissione Ue, negli ultimi dieci anni, l'anno in cui si verificarono meno morti nel Mediterraneo fu casualmente il 2019, quando io ero ministro degli Interni e in cui erano in vigore i decreti sicurezza, perché è ovvio che meno gente fai partire a opera degli scafisti e dei trafficanti e meno gente rischia». Possibile, se non molto probabile, che parte di quei decreti vengano riutilizzati nella scrittura delle nuove norme. Un anticipo della strategia legislativa lo ha fornito il senatore Alberto Balboni, di Fdi: «Misure per combattere con ancora maggiore vigore i mercanti di esseri umani e gli scafisti e poi misure per rafforzare i canali di ingresso legali, corridoi umanitari e flussi legali per chi vuole entrare in Italia legalmente per lavorare qui e contribuire alla crescita della nostra società senza affidarsi allo sfruttamento di criminali senza scrupoli».

L'obiettivo di tutto il centrodestra - come

sottolineato da Fdi, Fi e Lega - è proprio la realizzazione concreta del «diritto a non emigrare». Il «come» sarà una sintesi tra le richieste della coalizione. Ma servirà anche un apporto essenziale dell'Unione europea.

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