"Asse del male col nucleare. Ecco perché l'America ora rivede la sua strategia"

L'ex direttore della Cia: "Cina, Iran, Corea e Russia ora hanno interessi convergenti. E sono più potenti"

"Asse del male col nucleare. Ecco perché l'America ora rivede la sua strategia"
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Alleanza del caos, Autocracy Inc. o Asse del Male 2.0. Comunque lo si voglia chiamare, il progressivo allineamento tra Russia, Cina, Corea del Nord - e Iran - rappresenta un pericolo esistenziale per l'ordine globale a trazione Usa. A cambiare le carte in tavola la guerra in Ucraina, che ha innescato una pericolosa convergenza di interessi economici e ambizioni di dominio tra partner vecchi e nuovi. E il piano segreto, approvato dall'amministrazione Biden e svelato dal New York Times, per ricalibrare la deterrenza nucleare non è che la conferma. John McLaughlin, ex direttore ad interim della Cia e ora direttore del Merrill Center for Strategic Studies, ci ha spiegato perché il variegato gruppo dei nemici dell'Occidente sia la minaccia distintiva della nostra epoca, troppo complessa per evitare conflitti. In cui l'ipotesi nucleare non è più esclusa.

Un documento classificato del marzo scorso proverebbe il timore degli Usa di un attacco nucleare congiunto di Cina, Corea del Nord, Russia (e Iran)

«Non sono affatto sorpreso. Questi quattro paesi hanno sempre avuto stretti rapporti tra loro, ma li hanno rafforzati all'indomani della guerra in Ucraina, perché i loro interessi collettivi stanno convergendo. La Corea del Nord ha fornito alla Russia fino a tre milioni di proiettili di artiglieria e l'Iran la sta aiutando a costruire droni, mentre la Cina le vende componenti per armi e tecnologie. Questi paesi, a loro volta, hanno bisogno dalla Russia di petrolio o di supporto tecnico per la tecnologia militare. E uniti sono molto più potenti e pericolosi che separati».

Si tratta di una svolta epocale, dopo decenni in cui la strategia di contenimento Usa era focalizzata solo sulla minaccia russa. Mosca ora fa meno paura?

«No. È solo che nuovi fattori si sono aggiunti alla minaccia che la Russia rappresenta».

Quali sono i fattori che hanno portato l'amministrazione Biden a rivedere la strategia di deterrenza nucleare?

«Gli Stati Uniti devono considerare una serie di fatti: l'Iran ora ha arricchito al 60% l'uranio, abbastanza per passare rapidamente a un arricchimento più elevato (al 90%) e produrre materiale per una bomba atomica in un paio di settimane; la Corea del Nord ha già armi nucleari, ma ora sembra molto vicina ad avere un missile balistico intercontinentale (Icbm) che può raggiungere l'America; la Cina, nel frattempo, sta rapidamente costruendo nuovi silos di armi nucleari e sembra essere diretta a raggiungere le mille testate nei prossimi anni - e finora si è rifiutata di affrontare discussioni sul controllo degli armamenti nucleari».

Chi bisogna temere di più e perché?

«È impossibile fare una classifica. La Russia ha dimostrato, più degli altri, di non farsi problemi a invadere un altro paese sovrano senza essere provocata. La Corea del Nord rappresenta una minaccia in particolare per le forze statunitensi in Corea del Sud e per la stessa Corea del Sud, un alleato degli Stati Uniti. L'Iran sta sviluppando capacità nucleari e missilistiche, ma ora ha anche una rete di forze per procura, che si estende da Teheran al Mediterraneo, con componenti forti in Iraq, Siria, Gaza e Libano, tutte che periodicamente attaccano le basi militari americane e Israele. Quindi, ognuno di questi paesi rappresenta a suo modo un pericolo da cui l'America deve guardarsi».

La Cina, però, sostiene di aver sempre rispettato la politica del no-first-use e ha aderito alle sanzioni contro i test nucleari nordcoreani. Non è che quella di Washington è una mossa preventiva per contenere più la rivalità che una reale minaccia di Pechino?

«Sono d'accordo che la Cina è seria riguardo alla sua politica no-first-use e non ama che la Corea del Nord abbia armi nucleari che non può controllare. Credo che Washington debba dissuadere Pechino da qualsiasi uso del suo crescente arsenale, attirandola in discussioni sulla limitazione delle armi nucleari. Poi, temo che troppi paesi vogliano le armi nucleari, che restano la più grande minaccia per l'umanità e devono essere controllate».

Quali possono essere gli scenari d'attacco a cui gli Usa dovrebbero prepararsi?

«L'obiettivo dell'America deve essere quello di scoraggiare gli attacchi, mentre si prepara a rispondere, se costretta da qualche paese così stupido da innescare una guerra nucleare».

Quanto l'esito della guerra in Ucraina può incidere? La Russia ha più volte evocato l'uso di armi nucleari tattiche

«Nessuno può escludere completamente che la Russia usi almeno un'arma nucleare tattica, ma non credo che sia possibile».

Quindi, siamo in una sorta di Guerra Fredda 2.0, in cui l'opzione nucleare non è più un tabù?

«Personalmente non mi piace questa analogia.

La Guerra Fredda era una competizione ideologica, militare ed economica tra due blocchi opposti. Oggi è molto più complicato. E poi ci sono i Brics, ora ampliati a 10. Navigare in questo mondo evitando i conflitti sarà per tutti noi molto difficile».

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