"Oggi il Pd è l'unica alternativa credibile a una destra pericolosa. Ora deve emergere una alternativa a questa deriva italiana". Parlando all'Assemblea nazionale del Partito Democratico, riunita all'hotel Ergife di Roma, il segretario dem Nicola Zingaretti chiama a raccolta militanti ed elettori Pd contro il governo gialloverde e le forze sovraniste. "Ma il partito va cambiato", avverte il governatore del Lazio, spiegando che "così non si va avanti" a causa di un "regime correntizio che soffoca tutto, un gruppo di potere che a prescindere dal leader si colloca con l'uno o con l'altro, a prescindere dalle idee ma per pura convenienza. Serve una vera e propria rivoluzione - l'auspicio di Zingaretti - o non ce la facciamo".
L'ordine del giorno dell'Assemblea (a cui Matteo Renzi non ha partecipato) era "l'avvio della 'Costituente delle Idee' e istituzione della commissione Riforma dello Statuto e del Partito". Un tema molto "burocratico" su cui si gioca la vera partita nel Pd, spaccato su varie questioni: primarie, separazione delle cariche di segretario e candidato premier - attualmente non prevista dallo Statuto - e la vocazione maggioritaria del partito, oggetto di diatribe interne fin dai tempi della prima segreteria Veltroni.
"No a flat tax e quota 100"
Zingaretti ha chiesto al Pd di compattarsi contro il governo e Salvini, che "vuole la flat tax che non porta benefici ai redditi bassi, ed è indifferente al fatto che quota 100 è una pugnalata alle spalle alle nuove generazioni". Il segretario dem boccia le ricette economiche dell'esecutivo, accusando il Movimento 5 Stelle di "perdere l'anima", essendo diventato "una amara stampella che sorregge un progetto che non è il loro". Per Zingaretti, alle ricette del governo serve contrapporre "un'agenda vera". Quella che propone "è fatta dai professionisti, dagli imprenditori, dai lavoratori in cassa integrazione che prendono 28 euro al mese".
La "nuova" agenda del Pd
Ma quali sono in concreto le proposte del Pd per l'Italia? Innanzitutto "un nuovo sistema fiscale: altro che flat tax. La prima riforma fiscale deve riguardare il mondo del lavoro: giù le tasse sui salari dei lavoratori italiani a cominciare da quelli più bassi. Non la tassa piatta ma maggiore giustizia". Poi il taglio delle tasse sui salari, la formazione a costo zero e 200 miliardi fino al 2030 per le opere pubbliche, oltre a prestiti agevolati per gli under 35 e 50 miliardi per un Fondo verde "per iniziare un 'green new deal' italiano per investimenti pubblici verdi nei territori".
Salvini e i "decreti insicurezza"
Poi Zingaretti boccia il modello Salvini. "Non voglio, non credo e non praticherò mai il modello Salvini", quello "dell'uomo solo al comando. È il preludio della solitudine e della sconfitta". E critica le sue politiche sull'immigrazione parlando di "decreti insicurezza". Quindi un attacco ai "nazionalisti nazionalisti italiani ed europei" che "parlavano e urlavano nelle piazze d'Europa, annunciando il trionfo di una coalizione che avrebbe distrutto le istituzioni europee". Per il segretario Zingaretti, "Oggi il Pd è l'unica alternativa credibile a una destra pericolosa. Ora deve emergere una alternativa a questa deriva italiana".
Siamo l'unica alternativa al governo e Salvini: dobbiamo imporre un'altra agenda, è questo il nostro compito. Dobbiamo combattere ed essere vicini ai giovani, alla classe operaia, a chi si sente emarginato, a chi ha paura del futuro #AssembleaPD pic.twitter.com/QcIHtCjyf2
— Nicola Zingaretti (@nzingaretti) 13 luglio 2019
Ma come battere la destra? "Bisogna guardarla in faccia, non bastano allarmi consolatori. Vincono perché meglio di noi hanno intercettato il bisogno di protezione. Noi dobbiamo far emergere la verità. Basta timidezza", il grido di Zingaretti, che chiede al partito di tornare ad avere un rapporto "con i ceti sociali più deboli, con i giovani, con le periferie, con i ragazzi che studiano ma hanno paura del futuro passa attraverso questo disvelamento che dobbiamo realizzare".
Annunci che il Pd proverà a concretizzare tra l'8 e il 10 novembre, a Bologna, durante la Costituente delle Idee, culmine del lavoro per il programma "Piano per l'Italia" che nascerà dalla campagna di ascolto dei territori avviata da Zingaretti.
La riforma dello statuto
Sguardi d'intesa tra i partecipanti all'Assemblea quando il segretario prende le distanze da destre e i sovranismi. Molti di meno quando ad essere sollevata è la questione della riforma del partito, affidata alla Commissione presieduta dall'ex segretario Maurizio Martina. "Diamoci tempo fino a novembre", raccomanda il segretario.
Una riforma basata su tre pilastri: separazione delle cariche di segretario e candidato premier, consultazione online del programma e apertura ai non iscritti (progressivamente marginalizzati negli ultimi anni). "In autunno saremo pronti con la nostra nuova piattaforma online che non sarà un commentificio alla Rousseau, ma un luogo di partecipazione". L'obiettivo di Zingaretti è uscire dal Nazareno per aprirsi ai territori e agli elettori.
Il tema della revisione dello statuto è quello che provoca le maggiori spaccature. La più profonda è con la corrente rappresentata da Roberto Giachetti, per il quale "il tema della vocazione maggioritaria è irrinunciabile e se la modifica allo statuto la mette in discussione noi non siamo d'accordo. La vocazione maggioritaria è il perno del PD ed era giustificata tenendo insieme le due cariche di segretario e candidato premier.
Se le scendiamo non si capisce a cosa servono le primarie". E se per Matteo Orfini lo statuto "va stracciato e riscritto", la renziana Anna Ascani avverte: "Pensiamoci bene prima di stracciare la nostra identità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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