«Le strutture della montagna veneta non arrivano nemmeno quote dell'8% di tasso di occupazione», dice allarmato Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi Veneto. «Queste sono percentuali che non consentono un minimo di equilibrio finanziario e ben distanti da un elementare concetto di ripartenza del settore, sempre che non vi sia una rapida inversione di tendenza». Il comparto del turismo in montagna spera di una ripresa estiva dopo la stagione invernale andata in fumo. Il governo ha approvato un fondo da 700 milioni di euro dedicato alla montagna che, rivendica Fratelli d'Italia sarà ripartito «secondo modalità più eque, evitando le distorsioni che portavano alcuni territori ad avvantaggiarsi rispetto ad altri». Limitare i criteri per erogare i ristori solo alle presenze turistiche del 2019 significava «penalizzare quelle località legate a un turismo di prossimità, in particolare i comprensori appenninici».
Anche in Lombardia, commentano da confcommercio, il turismo «è un settore tra i più colpiti: basti pensare alla montagna, che ha visto sfumare quasi completamente due intere stagioni, con un profondo rosso da quasi un miliardo di euro». Ma anche il Trentino Alto Adige soffre ancora le scarse prenotazioni. E soprattutto le regole delle riaperture dei ristoranti previste solo all'aperto, penalizzanti per gli esercizi in una stagione in cui il clima è ancora sfavorevole. Nei giorni scorsi una cinquantina di operatori della perla turistica della val di Fiemme, ha manifestato per protesta ed è scesa in piazza per chiedere che almeno nelle zone montane sia consentito l'uso degli spazi interni nel rispetto delle regole.
E poi c'è il calo verticale delle prenotazioni da parte dei turisti tedeschi: rispetto al 2019 è stato pari al 60%, mentre il turismo italiano è sceso del 70%.
«I clienti italiani interessati al Trentino, all'Alto Adige e all'Austria ci sono ma pochi e tutti chiedono regole precisi di cancellazione. Da metà maggio ci sono prenotazioni ma regna, soprattutto nel cliente tedesco, tanta incertezza», ha detto all'Agi Matthias Wieser dell'agenzia di viaggio A Travel Factory di Varna, Bressanone.
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